Sostenibilità e sviluppo agricolo: passare dalla carta ai fatti, “temi primari anche a Varese”

Sostenibilità economica delle aziende agricole, sviluppo delle aree rurali, difesa della proprietà intellettuale, rispetto dei diritti dei lavoratori, tutela delle biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici e lotta allo spreco e alla fame sono alcuni degli importanti impegni assunti al G20 dell’agricoltura sui quali occorre ora passare dalla carta ai fatti.

E’ quanto afferma la Coldiretti che ha manifestato con i giovani provenienti da tutta Italia in piazza della Signoria a Firenze alla conclusione del Summit dei grandi della terra. “No Farmers no Food”, “No Farmers No party” e “Farmers feed the planet” gli slogan dei giovani della Coldiretti, tra cui era presente anche una delegazione del territorio guidata da Enrico Montonati, delegato Giovani Impresa Coldiretti Varese.

“Occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne anche in una provincia dove c’è purtroppo “fame” di suolo agricolo come il Varesotto: per questo l’agricoltura va liberata dalla concorrenza sleale e dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno ed efficace utilizzo delle risorse a disposizione del settore” ribadisce Montonati nel sottolineare che investire in agricoltura significa investire sul futuro per affrontare le sfide legate ad una popolazione globale che continua a crescere.

“La parola sostenibilità rischia di diventare uno slogan se non si traduce in precisi impegni da parte di tutti i Paesi che fanno parte del G20” rimarca il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel sottolineare che “ad oggi il mancato rispetto dei principi di sostenibilità ha consentito ad alcuni Paesi del G20 come la Cina di mettere a segno tassi di crescita da record”.

E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.

“Non si può parlare si sostenibilità se – conclude Fiori – non si mette fine al furto di terra fertile ai danni dell’agricoltura nei Paesi ricchi e in quelli poveri ma anche se non si ferma il furto di identità in atto nei confronti dei prodotti alimentari Made in Italy con i falsi dei Paesi del G20 che rubano all’Italia 100 miliardi di euro e fanno perdere 300mila posti di lavoro”.

L’agricoltura italiana non è solo prima in Europa per valore aggiunto ma è anche la più green e sostenibile e può contare – riferisce la Coldiretti – il primato indiscusso per la qualità alimentare con 316 specialità Dop/Igp/Stg, compresi grandi formaggi, salumi e prosciutti, riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con circa 80mila operatori biologici.

E l’Italia è anche leader nella biodiversità ma può anche contare sulla rete di vendita diretta degli agricoltori più estesa del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha sempre continuato a garantire prodotti sani, genuini e a chilometri zero alla popolazione.

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