A Sordevolo un’estate di “Passione”

Il 18 Giugno s’inaugura il primo dei trentaquattro spettacoli della “Passione” che l’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo promuoverà da Giugno a Settembre.

Si tratta di una forma d’intrattenimento che per la sua storia e originalità si può davvero definire come unica al mondo.

Da oltre due secoli la comunità di Sordevolo, poco più di 1.300 abitanti in provincia di Biella, ogni cinque anni, restando fedele ad un voto fatto dai loro predecessori, mette in scena una rappresentazione teatrale incentrata sulle ultime ore di vita di Gesù di Nazareth.

In un anfiteatro di 4.000 metri quadrati di superficie che può ospitare 2.400 persone i sordevolesi si calano nei panni degli abitanti di Gerusalemme vissuti duemila anni fa per riproporre la storia che ha cambiato il mondo.

«Lo spettacolo della Passione come lo conosciamo oggi nasce 200 anni fa, ma le sue origini sono ben più remote», spiega il regista Celestino Fogliano. «Infatti a Roma tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento “La compagnia della confraternita del gonfalone” recita, per la prima volta nel Colosseo, un testo della Passione uscito a stampa nel 1501 composto da un sacerdote fiorentino, monsignor Giuliano Dati».

Come tale testo sia arrivato a Sordevolo non è stato ancora appurato. È molto probabile però che abbiano giocato un ruolo il legame che gli Ambrosetti, importanti tessitori sordevolesi avevano con la curia papale e forse anche l’affiliazione tra la confraternita di Santa Lucia di Verdabbio, piccola frazione di Sordevolo con la Confraternita del gonfalone di Roma.

Il dato certo comunque è che gli abitanti del borgo prealpino a valle della Riserva del Monte Mars – il monte più alto delle Alpi biellesi, dove nasce il torrente Elvo e che abbraccia anche le pendici meridionali del monte Mucrone – con un encomiabile spirito comunitario, ogni lustro, rinunciano alle vacanze estive per mettere in scena la Passione.

La scenografia è realizzata interamente con i mezzi e le competenze degli stessi sordevolesi (che si autofinanziano assumendosi i rischi di eventuali perdite) i quali provvedono a ricostruire uno spaccato della Gerusalemme dell’anno 33: la reggia di Erode, il sinedrio, il pretorio di Pilato, il giardino del Getsemani, il cenacolo, il Monte Calvario.

L’Associazione teatro popolare di Sordevolo, presieduta da Stefano Rubin Pedrazzo, ha anche realizzato l’allestimento, nei locali della seicentesca chiesa di Santa Marta, di un Museo permanente sulla tradizione della Passione di Sordevolo. «Un museo di persone e non solo di reperti o di ruoli», come tiene a sottolineare lo stesso Pedrazzo, «aperto da Giugno a Ottobre tutti i sabati e le domeniche».

In un’intervista volante, come spesso capita di fare al cronista, abbiamo chiesto ad alcune persone incontrate casualmente – benzinaio, tabaccaio, barista, edicolante, parrucchiera, impiegato comunale – che cosa li spingesse a partecipare alla “Passione” e che cosa fosse per loro la “Passione”. Immediata e corale la risposta ricevuta: «Per passione».

Beppe Danasino, con alle spalle una lunga sequenza di edizioni della “Passione”, ama ricordare che le poco più di due ore di ogni spettacolo sono animate da non meno di 400 sordevolesi (42 attori dialoganti e 360 comparse), d’età compresa tra i 5 e gli 80 anni, senza contare le decine di volontari impegnati nell’accoglienza e nella sicurezza.

In un mondo votato a misurare tutto con il denaro stupisce che vi sia ancora chi sia disposto a donare tempo ed energie per prestare fede ad un voto fatto da un antenato.

Così capita che un ingegnere, come Marco Roggero, mettendosi a disposizione per curare l’ufficio stampa della “Passione” senza apparente esperienza, finisca per ottenere risultati che nulla hanno da invidiare a quelli che ci si potrebbe aspettare da un professionista del settore.

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