Una gioia mai provata

Il presepe riporta alla mente ricordi dell’infanzia. Famiglie e bambini si ritrovano insieme per sistemare i pastori, la capanna, Maria, Gesù e Giuseppe. I gesti e il calore che emane sono una continua reinvenzione della storia della salvezza dell’umanità. Il presepe è educazione alla fede, ogni personaggio che lo compone ha un carattere, ispira un’emozione.

E’ a San Francesco d’Assisi che dobbiamo l’invenzione del presepe. Fu lui a scoprire il borgo di Greccio, un piccolo villaggio, alle pendici del Monte Lacerone in provincia di Rieti, ai confini con l’Umbria. Un luogo incantato per Francesco che vide e percepì in quel luogo l’atmosfera simile e a quella della Terra Santa.

Così decise di rievocare la Natività. Assisi diventa Betlemme grazie all’aiuto di messere Giovanni Velita, al quale Francesco chiese aiuto, per creare il primo presepe della storia.

La storia della nascita del presepe che oggi compie 800 anni è riportata nel libro di Enzo Fortunato, francescano, giornalista, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, autore del libro “Una gioia mai provata” edizioni San Paolo, con prefazione di Mons. Domenico Pompili.

L’opera racconta l’origine del presepe, del suo significato, dei ruoli di Maria, Giuseppe, Gesù, degli Angeli, dei Magi, la stella cometa. Il presepe per i cristiani rappresenta tutti ma soprattutto il sacrificio che ognnuo fa per realizzare un sogno.

Fortunato accenna anche alla nascita della canzone che tutti abbiamo canticchiato nelle festività natalizie “Tu scendi dalle stelle” autore fu Sant’Alfonso Maria de Liguori, pare che alla base di questo canto ce ne fosse un altro, in lingua napoletana dal titolo “Quanno nascette Ninno” e proprio su questo canto abbia composto Tu scendi dalle stelle, con testo in italiano così da essere di più facile comprensione e divulgazione.

L’ultima parte del libro sono lettere o meglio testimonianze inviate a padre Fortunato persone che hanno accolto il suo invito ed hanno inviato testimonianze che racchiudono i ricordi e le speranze legate al presepe.

Il presepe come scrive Mons. Pompili nella prefazione “è un segno visibile a tutti come la coda della cometa che attraversa le generazioni così come la cometa solca i cieli e le epoche”.

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