I Guardiani del “Bernascone” vegliano su Varese

A due anni dall’inizio del cantiere che ha riportato all’antico splendore la torre campanaria simbolo della città, parrocchia e restauratori hanno deciso di donare l’occasione di vedere più da vicino una delle meraviglie che l’adornano il “Bernascone”.

Passeggiando per il centro cittadino, a pochi giorni dal Natale, basterà alzare lo sguardo per vedere da una prospettiva nuova e unica la copia – realizzata in stampa 3D a grandezza reale – di uno dei mascheroni in pietra posti sul campanile più imponente di Varese, costruito nel 1617 su progetto di Giuseppe Bernascone, uno dei maggiori architetti dell’epoca.

Nel riportare la struttura all’antico splendore, gli elementi che più hanno impressionato gli addetti ai lavori sono state proprio le imponenti teste di leone che attorniano gli orologi del campanile.

Otto monoliti unici di granito grigio posti lassù quasi a “Guardiani della città”,che stupiscono per imponenza della scultura e insieme per la complessità richiesta alla loro collocazione, a circa 60 metri da terra.

Per condividere una tale meraviglia e mostrarla più da vicino è nata l’idea di riprodurne una, realizzando in modello 3D al vero.

Parrocchia e restauratori si sono posti così l’obiettivo di rendere partecipe la cittadinanza di questa ricchezza e di consolidare l’attenzione e l’affetto dei varesini al loro campanile e alla loro Chiesa.

La struttura del modello è in materiale plastico, ma la texture e la decorazione superficiale sono realizzate con materiali “ad invecchiamento programmato”, cioè deperiranno con il tempo in relazione al periodo di esposizione e all’aggressività ambientale.

Questa scelta simboleggia e sottolinea quanto anche le cose preziose invecchino, come è emerso restaurando i leoni in pietra sul “Bernascone”, e necessitino quindi sempre di cura e attenzione.

Per i “Guardiani del Campanile”, che già diversi anni fa hanno richiesto la messa in sicurezza, su alcuni dei modellati, con ghiere metalliche, attualmente si è dato seguito a interventi su piccole scagliature dovute alla scistosità della pietra, erosioni e distacchi.

Oggi il modello realizzato in 3D è destinato a deperire molto più velocemente dei leoni originari, ma ci aiuta a comprendere quanto la manutenzione, eseguita con controlli e cure costanti, sia ineludibile e ineliminabile se si vuole davvero conservare ciò che ci proviene dal passato.

È la prima operazione svolta per riprodurre un’opera in tutte le sue dimensioni con un risultato sia fotografico che grafico e matematico.

La fase successiva ha riguardato la scelta e la produzione dei granuli di un materiale plastico di alta malleabilità e di lunga conservazione.

Dai granuli si è passati al filamento necessario alla stampante 3D per riprodurre il leone.

Fatte le dovute prove si è proceduto alla riproduzione in scala 1:1 della testa di leone, con una stampante 3D di grandi dimensioni.

Una volta ottenuta la scultura, è stato realizzato l’ultimo passaggio: l’intervento decorativo ad imitazione della pietra.

Con tecnica artistica e manuale sono stati riprodotto il colore e le venature della pietra originale dando vita a una vera e propria scultura tecnologica.

Sulla recinzione del cantiere che attualmente circonda la Basilica di San Vittore – per lavori di rifacimento del tetto – è posizionato un banner che racconta l’iniziativa: dall’ideazione alla realizzazione.

Per scoprire, passo passo, tutto l’interessante percorso che ha portato alla realizzazione di questa riproduzione basterà inquadrare con lo smartphone il QR Code che rimanda ad un breve video in grado di svelarne tutti i segreti.

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