Le esequie di mons. Luigi Stucchi a Tradate: la città si stringe al suo amato pastore

Ci sono figure che hanno il grande carisma di tenere unita una collettività. La loro testimonianza di vita e la loro costante dedizione alle persone costituiscono punto di riferimento per la vita quotidiana e per quella dello spirito. La comunità viene, così, a poco a poco trasformata in comunità viva.

Questo grande dono viene riconosciuto a Mons. Luigi Stucchi, parroco di Tradate dal 1986 al 2003 e poi dal 2003 al 2012 vicario episcopale della Zona II (Varese), salito alla Casa del Padre lo scorso martedì 20 dicembre.

La Diocesi di Milano e la comunità pastorale del S.Crocifisso con le tre parrocchie di Tradate hanno dato l’ultimo saluto all’amato don Luigi venerdì 23 dicembre, celebrando le solenni esequie nella mattinata presso il Duomo di Milano con la S. Messa celebrata e presieduta dall’arcivescovo Mario Delpini e nel pomeriggio, ore 15, presso la chiesa prepositurale di S. Stefano di Tradate.

Don Luigi, dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1966 aveva svolto il suo ministero a Valmadrera (Lecco), rivestendo anche l’incarico di direttore del settimanale cattolico “Il Resegone” di Lecco. Nel 1986, succedendo a don Antonio Barone, ha iniziato la sua esperienza a Tradate, comunità che ha amato sempre, con un amore ricambiato, eleggendo tale città come sua dimora ‘definitiva’.

Questa vicinanza affettiva con la comunità tradatese, che aveva donato a don Luigi il “pastorale” il giorno in cui era diventato vescovo, è stato motivo di una prolungata celebrazione del suo ricordo ma anche della sua presenza (il feretro deposto ai piedi dell’altare principale della chiesa di S. Stefano), come commosso abbraccio con lui che è stato maestro di spiritualità in tutti gli anni del suo ministero pastorale: nelle sere di mercoledì e giovedì, con la veglia notturna fino alle ore 7 del mattino di venerdì, quando la salma è stata portata a Milano per le esequie di Duomo, è stato proposto il santo rosario meditato, con la presenza dell’attuale parroco don Fabio Turba, che ha citato significativi passi tratti da omelie di don Luigi.

Le solenni esequie tradatesi (a cui è seguita la tumulazione nella ‘Cappella dei sacerdoti’) sono state celebrate con la S. Messa concelebrata da circa 40 sacerdoti diocesani (con alcuni precedenti parroci e coadiutori tradatesi) e presieduta da Mons. Giuseppe Vegezzi, vescovo ausiliare di Milano e vicario episcopale per la zona pastorale di Varese.

Presenti alcuni famigliari di don Luigi, autorità civiche, amministrative, Polizia locale col gonfalone cittadino, associazioni (Proloco, rioni, AVIS, Alpini ed altre), alcuni redattori del mensile “La Concordia” (di cui don Luigi era stato bravo direttore). Moltissimi cittadini e fedeli, fino all’intera capienza della chiesa.

Don Giuseppe Marinoni, attuale parroco di Magenta, incaricato di tenere l’omelia, ha ripercorso la figura di don Luigi, evidenziando i concreti motivi della sua personalità e della stima ed affetto a lui universalmente riconosciuti.

L’umanità unita alla visione della incondizionata fiducia in Dio hanno costituito il suo biglietto la visita, valido nei confronti di qualsiasi persona che incontrava e in cui vedeva il volto del “suo Signore”: la centralità di Gesù misericordioso nei confronti di ciascuno.

“Come un riflesso luminoso il tuo amore per la vita, ‘per la vita sempre’ (così hai intitolato il tuo libro), per la vita di tutti nessuno escluso” – ha ricordato don Marinoni.

Un sentimento intriso di misericordia che riusciva a plasmare il suo carattere ed il suo atteggiamento nei confronti di qualsiasi persona incontrata: la sua famosa e proverbiale “stretta di mano”, che lasciava senza fiato per la intensità del gesto, mentre intavolava un dialogo con la persona. “Sei duro come il diamante ma sei tenero come un grissino” – ha voluto ricordare don Marinoni. “La tua tenerezza interiore è diventata il tuo inconfondibile stile”. “Mitezza, comprensione … ti hanno portato ad essere per molti di noi un amico, sempre presente al momento giusto, con discrezione, rispetto, un consigliere, saggio e fidato, dalla parola giusta e misurata, mai una parola fuori posto”.

Ed anche la passione per il dialogo, tra fede e cultura. E come ha detto l’arcivescovo, durante le esequie in Duomo, “don Luigi si è totalmente speso per la nostra Chiesa”. Una attenzione verso la vita, di qualsiasi persona, di qualsiasi età, di qualsiasi condizione.

Nel trentesimo anniversario della sua ordinazione don Luigi ammetteva “Quando vedo i miei confratelli prodigarsi per l’apostolato io mi sento debitore della loro fede; quando vedo i bambini giocare mi sento debitore della loro innocenza e limpidezza; quando immagino i bambini non nati mi sento debitore del loro ingiusto martirio; quando accompagno due fidanzati mi sento debitore dei loro sogni e del loro futuro; quando entro in una casa e incontro la famiglia mi sento debitore della fatica e della quotidianità; ….; al servizio di tutte queste realtà mi sento debitore”. E’ la testimonianza di come, in don Luigi, sia tutto legato alla vita e alla sua gente, con cui camminava giorno per giorno.

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