Yves Congar (1904-1995) fu uno dei maggiori teologi del XX secolo, fu invitato come esperto al Concilio Vaticano II e decisivo fu il suo contributo al dialogo ecumenico e alla teologia del laicato. Fu nominato cardinale da San Giovanni Paolo II.
Pubblicato da Edizioni San Paolo in una nuova edizione che ripropone integralmente in un unico volume la precedente edizione 2005, che fu pubblicata all’epoca in due tomi.
Egli riflettè sulla Chiesa come comunione, sul laicato all’interno della Chiesa, sull’ecumenismo.
Congar nella sua opera non evita di dare giudizi aspri nei confronti di padri e colleghi teologi e non risparmia apprezzamento per quanti come lui sostenevano l’istanza di un rinnovamento pastorale.
Ultimo giorno del Concilio, Congar traccia un bilancio della sua esperienza ecco alcune frasi «Guardando oggettivamente le cose, ho lavorato molto per preparare il Concilio, per elaborare e diffondere le idee che il Concilio ha consacrato. Anche durante il Concilio ho lavorato molto. Ho sempre ritenuto che non occorresse impadronirsi di alcunché, ma contentarsi di ciò che ci è dato. È questo, per ognuno, il proprio sacrificio spirituale, la via della propria santificazione. Ho dunque preso ciò che mi è stato dato, mi sono sforzato di fare bene quello che mi veniva chiesto. Ho preso poche iniziative, troppo poche, credo. Dio mi ha colmato. Mi ha dato a profusione, infinitamente al di là di meriti rigorosamente inesistenti».