La qualità dell’aria in Regione Lombardia continua a migliorare su base pluriennale. E anche nel 2020 è stato rispettato il valore del limite medio annuo di 40 µg/m³ di Pm10. Questi alcuni dei dati presentati dall’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, durante la conferenza stampa di presentazione dei dati del 2020 che è servita anche a presentare un ‘pacchetto’ di incentivi da 100 milioni di euro.
Sono intervenuti anche il presidente dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) Stefano Cecchin e il dirigente, Guido Lanzani.
“Nel 2020 – ha spiegato – su tutto il territorio regionale è stato rispettato il valore del limite medio annuo di 40 µg/m³ per il Pm10. I dati sono comunque sorprendenti perché il lockdown, con il conseguente blocco del traffico veicolare, non ha portato a una significativa diminuzione dei giorni di superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m³). Al contrario c’è stato un leggero incremento rispetto al biennio precedente, per il prevalere di fattori meteorologici negativi. Questo a dimostrazione che il traffico non è la principale causa dell’inquinamento”.
“In effetti – aggiunge Cattaneo – nei mesi di gennaio, febbraio e novembre le precipitazioni sono state addirittura inferiori ai valori minimi degli ultimi 15 anni. Questo ha creato situazioni particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti e in diverse centraline è stato superato il numero dei 35 giorni, sebbene in misura variabile a seconda delle città. Non a caso i superamenti dei valori del Pm10 si sono concentrati soprattutto in questi mesi”.
“L’analisi – ha sottolineato Stefano Cecchin – è frutto di un lavoro complesso. Diversificato in base al contesto ambientale: traffico, industriale e di fondo. E in base alle sostanze, monitorate h24, 365 giorni l’anno”.
Si tratta di: No2 (biossido di Azoto), So2 (Ossido di Zolfo), Co (Monossido di Carbonio), O3 (Ozono), Pm10 (particolato con diametro inferiore ai 10 micron), PM2.5 (particolato con diametro inferiore ai 2.5 micron) e benzene.
I livelli di No2 (biossido di Azoto quelli più direttamente riferibili al traffico veicolare) risultano i più bassi di sempre, con superamenti della media annua limitati a poche stazioni, quelli di Pm10 rispettano ovunque la media annuale, ma superano anche nel 2020 in modo diffuso i limiti sul numero massimo di giorni oltre la soglia di 50 µg/m3. I superamenti del Pm2.5 sono circoscritti a un numero molto limitato di stazioni del programma di valutazione, mentre benzene, monossido di carbonio e biossido di zolfo sono ampiamente sotto i limiti. L’ozono, invece, ha fatto registrare un numero inferiore di sforamenti delle soglie d’informazione e di allarme rispetto agli anni precedenti, pur con un quadro di diffuso superamento degli obiettivi previsti dalla normativa per la protezione della salute e della vegetazione.
“Siamo in un trend complessivamente positivo – ha concluso Cattaneo – e in miglioramento su base pluriennale. Quanto ho detto prima conferma la complessità del tema della qualità dell’aria. Talvolta risulta addirittura contraddittorio e necessita di un quadro di interventi che agiscano su una molteplicità di fattori. Dalla mobilità al riscaldamento domestico, dalle limitazioni delle emissioni in agricoltura alla riduzione dei fattori che determinano la formazione di particolato secondario in atmosfera”.
Di seguito il dettaglio dei dati relativi alla qualità dell’aria nelle singole province lombarde.
Per quanto riguarda il superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 di Pm10, a Milano è successo 90 volte, 78 a Cremona, 66 a Mantova e a Monza, 64 a Pavia, 62 a Brescia, 59 a Lodi, 46 a Bergamo e a Como, 25 a Varese, 24 a Lecco e 7 a Sondrio. Sono 3 pertanto i capoluoghi di provincia in cui è stato rispettato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni oltre soglia.
Nel 2019 il numero di giorni di superamento era risultato complessivamente pari a 72 giorni a Milano, 65 a Pavia, 64 a Cremona, 57 a Mantova, 55 a Lodi, 53 a Brescia, 44 a Monza, 29 a Bergamo, 27 a Como, 19 a Lecco, 17 a Varese e 9 a Sondrio. Ampliando il periodo di analisi si osserva come il numero di giorni di superamento fosse però, qualche anno fa, ben maggiore. Per esempio, nel 2006, i giorni di superamento della soglia erano risultati rispettivamente pari a 149 a Milano, 138 a Cremona, 113 a Pavia, 162 a Lodi, 145 a Monza, 148 a Mantova, 146 a Brescia, 90 a Bergamo, 102 a Como, 83 a Lecco, 56 a Varese, 138 a Sondrio.
Analogamente al Pm10, anche per il Pm2.5 il dato 2020 conferma il trend in progressiva diminuzione nel corso degli anni, con dati in generale poco più elevati che nel 2019 ma, nella maggior parte delle stazioni, intorno o inferiori a quelli del 2018.
Nel 2020 il valore limite annuale pari a 25 µg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni di monitoraggio del programma di valutazione regionale. Con la sola eccezione di Cremona Fatebenefratelli, Soresina e Spinadesco dove la media annua è risultata pari rispettivamente a 26 µg/m3, 27 µg/m3 e 28 µg/m3.
Nei capoluoghi di provincia le concentrazioni si sono attestate sui seguenti valori (dato peggiore della città): Cremona 26 µg/m3, Milano 25 µg/m3, Lodi 24 µg/m3, Brescia e Pavia 23 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 22 µg/m3, Mantova 20 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 16 µg/m3 e Lecco 14 µg/m3.
Nel 2019 la situazione era comunque confrontabile. Infatti, la massima concentrazione media annua nei capoluoghi è stata rispettivamente a Cremona di 26 µg/m3, Brescia 25 µg/m3, Pavia e Lodi 23 µg/m3, Milano e Mantova 21 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 20 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 17 µg/m3 e Lecco 13 µg/m3.
L’No2 ha fatto registrare un’ulteriore diminuzione rispetto all’andamento osservato negli anni precedenti, complessivamente già in miglioramento su base pluriennale, con concentrazioni medie annue nel 2020 inferiori a quelle del 2019; sebbene siano ancora presenti alcuni superamenti del valore limite sulla media annua (pari a 40 µg/m3), in particolare in stazioni da traffico degli agglomerati urbani.
La situazione delle medie annue dell’NO2 del 2020, con riferimento alle stazioni peggiori dei capoluoghi di provincia, è la seguente: Milano 48 µg/m3, Monza 44 µg/m3, Brescia 41 µg/m3, Lecco 33 µg/m3, Bergamo, Como e Pavia 31 µg/m3, Lodi 29 µg/m3, Cremona e Mantova 27 µg/m3, Varese 26 µg/m3, Sondrio 20 µg/m3. Nel 2019 le medie annue erano risultate rispettivamente pari a Milano e Brescia 58 µg/m3, Monza 46 µg/m3, Como 40 µg/m3, Bergamo 39µ g/m3, Lecco e Pavia 35 µg/m3, Cremona, Lodi e Varese 33 µg/m3, Mantova 32 µg/m3, Sondrio 26 µg/m3.
Anche per l’NO2 si conferma del resto, al di là delle fluttuazioni tra un anno e l’altro, il trend in diminuzione su un periodo più lungo: a Milano viale Marche la media annua di NO2 si attestava a 76 µg/m3 nel 2007 e a 86 µg/m3 nel 2000.
A differenza degli altri inquinanti considerati l’ozono non mostra un andamento evidente negli anni. Complessivamente, il 2020 ha fatto registrare una situazione migliore rispetto al 2019 in riferimento al numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme. Si sono registrati tuttavia, come anche negli anni precedenti, diffusi superamenti sia del valore obiettivo per la protezione della salute, sia di quello per la protezione della vegetazione. In particolare, il valore obiettivo per la protezione della salute di non più di 25 giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m3, risulta superato in tutte le province lombarde.
In dettaglio, nel 2020 si sono registrati, nella stazione peggiore, 116 giorni di superamento dell’obiettivo per la protezione della salute nella provincia di Lecco, 92 in provincia di Como, 86 in provincia di Lodi, 85 in provincia di Milano e Varese, 84 in provincia di Bergamo, 82 in provincia di Brescia 74 in provincia di Monza e Brianza, 73 in provincia di Mantova, 67 in provincia di Cremona, 55 in provincia di Pavia e 30 in provincia di Sondrio a fronte di un valore obiettivo di non più di 25 giorni oltre la soglia (da valutarsi come media su tre anni).