La comasca Alessandra Locatelli, laureata in sociologia ed educatrice specializzata nella cura delle persone con problemi psichiatrici, si contraddistingue per la sua sensibilità verso il mondo della disabilità.
Leghista dal 2016 ha una ricca carriera politica. Nell’elezioni amministrative del 2017, il sindaco di Como, Mario Landriscina, la nomina vice-sindaco e assessore. Nel 2018 alle politiche entra nella Commissione Affari sociali e sanità.
Ricoprirà anche il ruolo di assessore alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità nella Regione Lombardia nel 2021 nella Giunta Fontana.
Nel Governo Meloni ricopre l’incarico di ministro della Disabilità.
Il network Alpi Media Group ha avvicinato il ministro Locatelli per approfondire i temi e i problemi di un mondo di cui molto si parla, ma di cui pochi conoscono la complessità.
Molto spesso si sentono persone con disabilità che lamentano difficoltà a prendere un treno, un autobus, andare al cinema. Secondo lei all’Italia cosa manca ancora per essere un Paese davvero inclusivo?
C’è ancora tanta strada da fare, ma il momento storico che viviamo ci offre l’opportunità di far partire quel cambiamento necessario, che vuol dire garantire l’accessibilità universale e, quindi, superamento delle barriere fisiche, ma anche superamento di quelle mentali e culturali che ancora troppo spesso sono un ostacolo per tanti. Dobbiamo invertire le priorità e immaginare che, nel momento in cui decidiamo di progettare strutture, eventi, servizi, lo dobbiamo fare per tutti.
Spesso si sente dire che le persone con disabilità sono una risorsa. Anche in Italia sono considerate tali o in questo campo siamo indietro?
È proprio su questo che dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme: serve uno sguardo rinnovato che metta al centro la persona e la sappia valorizzare. Ognuno ha talenti e competenze sulle quali investire e che può e deve mettere al servizio delle nostre comunità. Se uniremo le forze e le energie di Istituzioni, enti del Terzo Settore e mondo privato, potremo rendere sempre più concreto questo cambio di prospettiva.
La conferenza annuale sulla disabilità, tenutasi a New York lo scorso Giugno, che cosa ha portato di nuovo? L’Italia, rispetto agli altri Paesi con i quali si è confrontata in tema di disabilità, è all’avanguardia?
L’Italia ha molto su cui migliorarsi, ma ha anche modelli e progetti importanti da proporre, in particolare rispetto alla valorizzazione di ogni persona. Ho trovato molto interesse, e tante sono state le richieste di incontro che abbiamo ricevuto per uno scambio proficuo di buone pratiche ispirate dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Insieme possiamo fare sempre di più, scambiando a vicenda le buone pratiche dei nostri Paesi e promuovendo il diritto di tutti ad una vita dignitosa, attraverso azioni concrete, insieme alle associazioni di persone con disabilità e al Terzo settore. L’Italia può essere sempre più protagonista di una rete di politiche volte all’inclusione e al diritto alla piena partecipazione di tutti alla vita sociale, politica, economica dei nostri Paesi.
I giornali riportano notizie di disabili e dei loro cari molto spesso abbandonati a loro stessi. Il suo Ministero quali aiuti intende programmare per il sostegno quotidiano alle famiglie?
Tutto il governo è impegnato nel sostegno delle fasce più deboli. Penso alla legge di bilancio, ai provvedimenti che hanno riguardato il sostegno alle strutture di assistenza (centri disabili, enti del terzo settore, Rsa) che si sono trovate in difficoltà a causa dei rincari energetici, e più di recente, al lavoro del governo per le famiglie con più figli e con a carico persone con disabilità. Abbiamo approvato inoltre la legge sulla non autosufficienza anziani. Nel decreto lavoro abbiamo previsto l’istituzione di un fondo di 7 milioni di euro per garantire un contributo in favore degli Enti del Terzo settore che favoriscono l’inserimento lavorativo, a tempo indeterminato, di giovani con disabilità fino i 35 anni, e abbiamo inserito un provvedimento importante che sostiene e incentiva l’intermediazione e l’accompagnamento all’inserimento lavorativo. Abbiamo iniziato a tracciare la strada e continueremo in questa direzione con la legge delega e in particolare con il decreto attuativo che riguarda il progetto di vita individualizzato.
Nella sua carriera ha incontrato tante persone con disabilità e le loro famiglie. Quale, secondo lei, è la caratteristica o la dote che possiedono, che permette loro di superare ogni ostacolo? C’è un incontro particolare che ha colpito la sua attenzione e lo ricorda in particolare?
Ogni giorno incontro persone che mi colpiscono per il loro coraggio, la loro voglia di fare e di mettersi in gioco, in tutto il territorio incontro famiglie, volontari, operatori che riescono a creare progetti in tutti i contesti e a formare reti forti e motivate. Questo è un patrimonio di inestimabile valore, da non disperdere, da sostenere. Ogni persona, ogni incontro resta nel mio cuore, mi aiuta a migliorare nel lavoro quotidiano, e arricchisce la mia esperienza.
Esiste una soluzione capace di risolvere in modo definitivo i vari problemi del mondo della disabilità rendendo la vita delle persone migliore?
È fondamentale poter superare l’estrema frammentazione di misure e servizi, abbandonare la logica delle singole prestazioni per passare ad una presa in carico delle persone secondo la logica del “progetto di vita”. Un accompagnamento della persona alla vita adulta attraverso un percorso che tenga conto di servizi, azioni, interventi sanitari, sociosanitari e sociali. L’obiettivo è quello di garantire una qualità della vita migliore a tutte le persone. Si tratta di un importante passo per la vita delle persone con disabilità e le loro famiglie, secondo i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che è parte integrante della riforma sulla disabilità (L.227/2021).
I dializzati, le persone trapiantate sono una forma particolare di disabilità, che cosa intende fare per costoro il suo Ministero?
Cosa si intende per disabilità è sancito dalla Legge che, nel 2009, ratifica in Italia la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e quindi abbiamo capito che non si tratta di una condizione della persona ma dettata da limiti di varia natura che la persona incontra nell’interazione quotidiana. È quindi chiaro che anche le persone con malattie cronico-degenerative, oncologiche, rare o di altra natura, hanno il diritto di poter ricevere cura e assistenza, ma anche di poter vivere una vita di relazioni, affetti e sempre socialmente appagante.
didascalia: Ministro della Disabilità Alessandra Locatelli