Euro e globalizzazione hanno impoverito gli italiani

Il tenore di vita di milioni di italiani è diminuito sia con il passaggio dalla lira all’euro, sia con le politiche che hanno favorito la globalizzazione.

Il risultato è che poche grandi multinazionali, in gran parte finanziarie, hanno accresciuto il loro potere fino ad avere la forza d’interferire sui governi di molte nazioni.

Le multinazionali non sono entità eteree impalpabili, ma vitali soggetti animati da persone che, nonostante i tentativi di mimetizzarsi e occultarsi, sono ormai note al vasto pubblico.

I loro nomi spiccano nell’elenco delle famiglie più ricche al mondo e sono le stesse che hanno avvallato le tesi del World Economic Forum di Davos.

Nulla accade per caso. C’è una regia precisa di ciò che accade nel mondo e a condurla, negli ultimi anni, sono stati – guarda caso – molti di quegli abituali frequentatori del Forum di Davos.

Siamo sicuri che non siano tra loro connessi la pandemia, la guerra in Ucraina, il presunto cambiamento climatico, l’inflazione, l’incontrollato fenomeno migratorio?

Chissà come hanno fatto Bill Gate e i suoi sodali a vaticinare eventi catastrofici come la pandemia e come fanno ad annunciarne un’altra ancor più devastante nel 2024?

Complici i media ci viene da tempo spacciato come indispensabile il potenziamento delle telecomunicazioni per non arrestare il progresso. Così, le multinazionali del settore premono sui governi perché procedano senza indugio nel potenziare la rete con i 5G e accusano di oscurantismo coloro che si chiedono fino a che punto l’assorbimento delle onde elettromagnetiche non costituisce un danno per la salute.

È acclarato che il potenziamento della rete sia un formidabile strumento per controllare la popolazione. Nel centro di Bologna, per esempio, è già possibile, grazie anche ai 5G, registrare volti e conversazioni di passanti.

Anche l’intera città di Trento appare avviata a seguire l’esempio bolognese. Immaginiamo con grande soddisfazione dei trentini.

Nulla di male per questi innovativi metodi di controllo. La domanda però è: a chi vanno i dati memorizzati e che uso ne fa?

Non a caso il Governo Meloni s’è preso una pausa di riflessione prima di procedere nel potenziare i 5G perché questo prevederebbe un innalzamento delle emissioni elettromagnetiche i cui valori passerebbero da 6 volt al metro a 24.

Gli operatori del settore ovviamente premono per innalzare tali valori badando soprattutto ai propri interessi: i costi di manutenzione sono nettamente inferiori con pochi potenti punti d’irradiazione di segnali rispetto ad una miriade di piccole unità sparse sul territorio.

Naturalmente la questione 5G è ancora aperta, ma qualcosa potrebbe forse cambiare sull’uso indiscusso della rete se fosse vera la notizia, girata sui social, che Putin avrebbe disposto l’abbattimento di tutte le torri 5G in Russia dopo la morte di 11 su 16 giovani espostisi alle onde elettromagnetiche.

Anche se il clima ferragostano ci fa trovare sotto l’ombrellone o lungo un sentiero di montagna permane l’inquietudine per il mix d’interessi tra Big Pharma (salute) e Big Tech (tecnologia cellulari e strumenti annessi).

didascalia: da “Il Sole 24 Ore” – la piramide della ricchezza

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