Alla Sapienza i primi laureati in Gender

Sapienza Università di Roma, prima in Italia (e probabilmente al mondo) promuove la Laurea Magistrale in Gender Studies, Culture e Politiche per i Media e la Comunicazione che, come si legge nel catalogo degli studi, «punta a formare professionisti di livello avanzato in grado di operare nei settori dell’informazione; della produzione, promozione e distribuzione di contenuti mediali; della comunicazione di marca e del branding; della gestione della comunicazione di enti e istituzioni a livello nazionale ed europeo.

I profili professionali si articolano intorno a competenze relative a prodotti editoriali e stili comunicativi gender sensitive e su una specifica attenzione all’inclusione, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze.

(…) Le laureate e i laureati in Gender Studies, Culture e Politiche per i Media e la Comunicazione possiedono una solida conoscenza dei fenomeni legati all’emergere di nuove culture e soggettività, all’affermarsi dei cambiamenti determinati dall’ingresso delle donne nella sfera pubblica; dei processi di costruzione delle identità collettive che modificano i fondamenti della cittadinanza; dei processi di costruzione delle identità collettive. Sono inoltre in grado di riconoscere e analizzare criticamente le rappresentazioni e le narrazioni sociali, politiche e economiche contemporanee che tendono a riprodurre disparità, squilibri e disuguaglianza fondate sul genere.

Negli esami del primo anno, studentesse e studenti apprenderanno la relazione tra processi democratici e politiche di rappresentanza fondata sul genere, le condizioni sociali, culturali, politiche ed economiche che producono gender inequalities; il legame tra rappresentazioni mediali e riproduzione degli stereotipi di genere; i principi che guidano la scelta di un linguaggio orientato all’inclusione e al rispetto delle differenze. Il percorso formativo del secondo anno di corso propone focus specifici sulle narrazioni mediali, sui fondamenti psicosociali della discriminazione, sui profili costituzionali della parità e sulle relative tutele».

L’offerta di saperi fornita dall’Ateneo romano si arricchisce ulteriormente con questa Laurea Gender che combacia perfettamente con la “gender agenda”, la quale, a sua volta, va di pari passo con l’Agenda 2030.

Ancora una volta la Sapienza assurge agli onori delle cronache confermando una vocazione più laicista che laica, nonostante la sua origine sia strettamente connessa alla lungimiranza di Bonifacio VIII che la fondò con la bolla “Supremae praeminentia Dignitatis” del 20 Aprile 1303.

La scorsa settimana Donatella Di Cesare, docente di Filosofia inneggia a Barbara Balzerani, la brigatista rossa morta a Roma a 75 anni senza mai pentirsi.

Il 25 Ottobre 2023 un gruppo di studenti di sinistra si scontra con le forze dell’ordine nel tentativo di penetrare nell’aula dove si sta svolgendo un convegno promosso da giovani di FdI.

Il 15 Gennaio 2008, sessantasette accademici ritengono inappropriata la presenza di papa Ratzinger e gli impediscono di tenere il discorso di prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico.

Il 9 Maggio 1997, Marta Russo al termine di una lezione di Diritto costituzionale, viene uccisa nel vialetto situato tra le Facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze Statistiche da un colpo sparato dall’aula 6 del Dipartimento di Filosofia del diritto.

Nel 2003, due assistenti dell’Istituto di Filosofia del Diritto vengono condannati con sentenza definitiva, uno a cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo ed un altro a quattro anni e due mesi per favoreggiamento.

Il 27 Marzo 1985 nel parcheggio dell’Ateneo Ezio Tarantelli, al termine di una lezione di Economia, è ucciso dalle “Brigare rosse per la costruzione del partito comunista combattente”.

Cinque anni prima, il 12 Febbraio 1980, era stato il giurista e docente Vittorio Bachelet, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, a cadere sotto i colpi delle Brigate rosse sulla scalinata che porta alle aule professori della Facoltà di Scienze politiche.

Negli anni Ottanta e Novanta l’Ateneo è stato al centro di “Esamopoli”, un grande scandalo sulla compravendita di esami. L’inchiesta appurò la collusione tra studenti, docenti e personale amministrativo delle Facoltà di Giurisprudenza e di Economia e Commercio.

Alla luce di questa sintetica storia degli ultimi anni della Sapienza, il lettore può interrogarsi sul suo motto “Il futuro è passato qui”.

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