Le riflessioni di Don Malnati sulla 50esima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia

Pubblichiamo le riflessioni conclusive della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, curate da Monsignor Ettore Malnati, originario della provincia di Varese e sacerdote a Trieste per gran parte della sua vita

Al di fuori e al di sopra delle emotività o del loro contrario, la 50esima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia svoltasi a Trieste ha offerto per i convenuti dalle diverse realtà del Paese l’opportunità di riflettere sulla complessità culturale, sociale e religiosa della storia di questa Terra Giuliana con i suoi calvari (le foibe e la risiera) e le preoccupazioni per il suo presente e ha offerto anche per la Comunità civile e multi-religiosa triestina, l’opportunità di sentire il polso di un progetto di Democrazia da considerare oltre le ideologie e sulla scia di quel bene comune, che non è l’insieme dei vari beni di questa o di quella categoria, bensì quel “bene” che promuove e tutela la dignità della persona umana, ovunque e comunque.

Il tema “Al cuore della democrazia” aveva giustamente la pretesa di esaminare in un contesto plurale gli obiettivi etici intrinsecamente inseriti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948 sanciti per l’intera Comunità internazionale (esclusi i Paesi islamici che non l’hanno firmata), a favore della dignità della persona umana da esprimere nelle varie legislazioni e nell’operato delle Comunità civili.

Giustamente il presidente Mattarella ha ben sottolineato che la Democrazia non può ridursi a mera gestione della maggioranza senza con ciò escludere la doverosa presenza, ovviamente non violenta, di una legittima opposizione oltre la dimensione numerica.

Il concetto di Democrazia non può ridursi ad una partitocrazia ideologica ma alle attese etiche, sociali, culturali e religiose del Popolo di cui ne è emanazione diretta, anche attraverso la partecipazione elettorale e neppure può essere prigioniera, se è Democrazia, di un monopolio ideologico totalizzante il vivere sociale, culturale ed educativa del Popolo stesso.

La democrazia deve essenzialmente porre all’apice legislativo e dell’organizzazione civile il bene della persona umana, uomo, donna, bambino, adulto, anziano e del suo habitat naturale, sociale, religioso e mentale, avente quale particolare attenzione la parte umana più fragile.

Se una Democrazia attraverso l’apparato politico, che è uno strumento di essa, non certo il suo fine, non si adopera per dare dignità a coloro che si trovano in situazione di emarginazione con adeguate prospettive di “recupero” e di “re-inserimento”-penso ai detenuti- questa Democrazia è depauperata e impoverita nella sua natura e finalità.

A ragion veduta Papa Francesco ha ricordato che oggi la Democrazia “non gode di buona salute”. Le ragioni sono diverse. Tra queste vi è “l’arroganza” di chi giunge numericamente ad essere maggioranza, ma è politicamente in difficoltà nel compiere quel doveroso discernimento che deriva dall’ascolto “dell’insieme”, oltre gli orpelli del legalismo e delle ideologie che a volte contrastano l’etica e i diritti-doveri che coloro che gestiscono la “Res Publica” hanno nei confronti del bene delle persone e del bene comune che si fonda, in senso laico, essenzialmente sulla Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, sulla Costituzione e sull’etica naturale, che ha le sue radici filosofiche dal pensiero greco sino al personalismo di Ricoeur e giuridiche da Giustiniano e sociali a partire dal cap 5 del Vangelo di Matteo sino all’intera dottrina sociale da Leone XIII a Francesco.

Si tratta certo di una qualificante angolatura che non è la sola, ma è una delle radici della promozione della dignità della persona umana, oltre alle ideologie che spesso hanno strumentalizzato lo stesso concetto di Democrazia, ammaliando diversi popoli.

La Democrazia non può ignorare questi punti rifermentali: il bene comune del singolo, della società e del rapporto umano- creato, e la promozione dell’etica naturale, educando e illuminando coloro che sono stati legittimamente eletti a promuovere e a dotare la società civile di normative positive nella giustizia, nella verità e, direbbe Papa Giovanni XXIII, nell’amore.

Se questo non avviene, ecco che è legittima l’obiezione di coscienza, senza della quale il bene comune e del singolo a volte è succube di un legalismo privo di “umanesimo” necessario alla vera promozione della Democrazia. (Don Ettore Malnati – Teologo)

didascalia: don Ettore Malnati

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