Un agguato per il controllo della piazza di spaccio: è questo, come inizialmente ipotizzato, il movente che ha portato al ferimento, con lo scopo di uccidere, di una donna nigeriana. Nel pomeriggio del 7 aprile scorso, a ridosso dell’area boschiva del comprensorio del Parco Pineta di Tradate, la vittima, che saltuariamente si prostituiva in quella zona, mentre era in attesa di un cliente aveva una discussione animata con due uomini italiani, fiancheggiatori di un gruppo di pusher magrebini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in quell’area boschiva.
I due italiani, infastiditi dalla presenza della donna nella vicina piazza di spaccio, si rivolgevano quindi ai due pusher di origine magrebina che, fuoriusciti dall’area boschiva, minacciavano di morte la vittima intimandola a lasciare la zona ma subito dopo, mentre quest’ultima si accingeva a salire a bordo dell’auto di un suo cliente, veniva raggiunta da un colpo di arma da fuoco all’altezza dell’addome.
In tale frangente la donna riusciva a voltarsi e notare uno dei due magrebini con una pistola in mano, indirizzata verso di lei e contestualmente a chiedere aiuto ad una sua connazionale che poco più avanti si stava prostituendo anch’essa. Nell’immediatezza le due donne notavano la presenza dei due italiani intenti a pulire il terreno, probabilmente per occultare le tracce di sangue.
La vittima veniva quindi trasportata, da un’automobilista in transito, presso l’Ospedale di Tradate dove veniva sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Le indagini immediatamente avviate dai Carabinieri della Tenenza di Tradate, coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese, sono state portate a buon fine e nella giornata odierna sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare di cui due in carcere e una con l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria in relazione al delitto di tentato omicidio in concorso.
È stato colpito dalla misura della custodia in carcere un 22enne marocchino e irregolare, considerato l’esecutore materiale del grave ferimento, mentre i fiancheggiatori italiani, un 30enne ed un 28enne senza fissa dimora e legati al mondo degli stupefacenti, sono statti raggiunti rispettivamente dalla custodia in carcere per il primo e dall’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il secondo.
Nell’ambito dell’attività investigativa svolta, inoltre, è emerso che il 22enne marocchino, quale fornitore, e i due già citati italiani con l’ausilio anche di un’ulteriore donna italiana di 26 anni, tutti con il ruolo di sentinelle, detenevano sostanza stupefacente di tipo marijuana, hashish, cocaina ed eroina cedendola ai propri clienti in cambio di somme in denaro, motivo per il quale veniva contestato loro anche il delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il fatto di Tradate dimostra ancora una volta la spregiudicatezza dei gruppi, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, pronti a tutto pur di poter assicurare il controllo del territorio. Le indagini, ancora in corso, sono volte all’individuazione del secondo soggetto magrebino coinvolto nella vicenda. La posizione degli indagati è chiaramente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che dovrà definire in sede processuale le responsabilità penali.