Vergarolla e il coraggio di Micheletti: una storia di sacrificio e resilienza

Il 18 Agosto si consuma la strage di Vergarola. Geppino Micheletti (Trieste, 18 Luglio 1905 – Narni, 8 Dicembre 1961), a cui dobbiamo enorme gratitudine e rispetto, medico-chirurgo presso l’ospedale Santorio Santorio di Pola alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si distinse in modo eccezionale durante la tragica strage di Vergarola del 18 agosto 1946. Un eroe dimenticato che merita di essere ricordato e celebrato; la sua storia ci insegna che, anche nei momenti più bui, l’umanità può risplendere.

Quel tragico 18 Agosto, un assordante boato colpì migliaia di polesani riuniti sulla spiaggia di Vergarola per assistere alle gare di nuoto. Doveva essere una giornata spensierata; dopo le gare mattutine, i polesani si sarebbero riuniti per il pranzo, ognuno portando qualcosa da condividere con amici e parenti. Ma improvvisamente si udì un colpo secco, una terribile esplosione. Una colonna di fumo si innalzò, il cielo si oscurò, urla e lamenti riempirono l’aria era successo qualcosa di tremendo, la strage di Vergarolla, uno dei capitoli più tragici e controversi nella storia dell’Istria e dell’Italia.

Questo evento accelerò drammaticamente l’esodo della popolazione italiana dalla regione, già afflitta da un clima di incertezza e paura a causa della cessione dell’Istria alla Jugoslavia. Il ricordo di Vergarola è ancora vivo nella memoria collettiva degli italiani di Pola. La strage è una ferita aperta, e ancora oggi rappresenta un simbolo di violenza e di ingiustizia.

In quel tragico giorno, una figura da ricordare, con grande riconoscenza e profondo rispetto, è Geppino Micheletti, medico, che si distinse in modo straordinario durante la terribile strage di Vergarola.

Nonostante la devastante tragedia personale che lo colpì in quella fatidica giornata , ovvero la dolorosa perdita degli amati figli, Carlo e Renzo, di 5 e 9 anni di età , Micheletti non si tirò indietro. Al contrario, si dedicò con dedizione e impegno straordinari all’assistenza dei feriti, lavorando senza sosta con una professionalità esemplare per quasi 48 ore. In questo periodo, dimostrò un coraggio incredibile e un senso del dovere fuori dal comune.

La storia di Geppino Micheletti rappresenta un fulgido esempio di come, anche di fronte a una tragedia immane, l’essere umano possa dare il meglio di sé. L’atto di generosità, compiuto in un momento di profondo dolore, diventa un faro di speranza e un invito a ricordare le vittime della strage di Vergarola, onorandone il sacrificio.

Nel corso del tempo, la società italiana ha subito cambiamenti significativi. Valori, sensibilità e priorità sono cambiati, influenzando il modo in cui si ricorda e si interpreta la strage di Vergarola. Per le nuove generazioni, questo evento tragico appare come un capitolo oscuro e spesso poco noto della storia.

La sua eredità rappresenta un tesoro inestimabile per la comunità istriana e l’intera nazione italiana.

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