Quando il “mostro” assolto non fa notizia

L’assoluzione del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, Luigi Cajazzo e di Giulio Gallera, all’epoca dell’emergenza Covid rispettivamente Presidente di Regione Lombardia, direttore Generale al Welfare e assessore alla Sanità della Regione Lombardia, dalle accuse relative alla gestione della crisi pandemica in Lombardia, solleva riflessioni significative sotto il profilo giuridico, politico e sociale. 

Spesso i politici devono prendere decisioni complesse in condizioni di incertezza e con risorse limitate. L’assoluzione di Gallera evidenzia la difficoltà di giudicare le scelte fatte in situazioni straordinarie.

I politici che affrontano crisi di tale entità sono frequentemente soggetti a intenso scrutinio pubblico. I cittadini, spesso influenzati da informazioni incomplete o emotive, possono esprimere giudizi sommari che non sempre riflettono la realtà.

La Gip ha deciso di archiviare le accuse contro l’ex assessore alla sanità Gallera, stabilendo che “la scelta di attivare o meno il Piano Pandemico Nazionale era interamente a discrezione del Governo”, e che “l’accordo Stato-Regioni rappresenta una fonte normativa secondaria non vincolante giuridicamente”.

La pandemia di Covid ha messo sotto pressione i sistemi sanitari globali, evidenziando la complessità di prendere decisioni in condizioni di incertezza e risorse limitate. L’assoluzione di Gallera evidenzia quanto sia complicato giudicare le scelte compiute in circostanze così straordinarie.

Il punto nodale però resta: quando un politico viene sbattuto in prima pagina con accuse ancora da dimostrare e poi viene assolto pienamente, ha l’immagine offuscata e difficilmente riesce a risalire nella popolarità, spesso conquistata con impegno e lavoro nelle istituzioni.

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