Varese, Delpini in visita all’ ospedale del Circolo

 “Il nostro cuore di questi tempi è pieno di domande alle quali non sappiamo rispondere. Sono qui per dirvi innanzitutto grazie e per lanciare un messaggio di speranza”.

Così ha esordito l’arcivescovo di Milano Mario Delpini all’omelia pronunciata stasera durante la Santa Messa in suffragio dei defunti Covid, voluta dalla dirigenza dell’ASST Sette Laghi e dal Parroco don Angelo Fontana e conclusasi con la benedizione di un ulivo che resterà a ricordo delle quasi 1500 persone decedute per Covid negli ospedali varesini da inizio pandemia. 

“Il vescovo viene in umiltà e condivisione – ha proseguito Delpini – e porta cinque parole amiche: oltre a “grazie” che è la prima, “preghiamo” perchè senza di Lui i nostri sforzi sono vani, “pensiamo” perchè davanti alla tempesta mediatica in cui siamo immersi dobbiamo imparare a ragionare, discernere, pensare, “speriamo” perchè se non c’è una prospettiva oltre la morte non avrebbe senso lottare per salvare vite e infine “prendiamoci cura” che è più di curare, è farsi carico della vita dell’altro.” 

Al rito hanno preso parte il Sindaco di Varese Davide Galimberti, il Presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli, l’Assessore Regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo, il Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti, le massime autorità civili e militari, i dirigenti dell’azienda sanitaria, medici, infermieri, operatori sanitari e dei servizi. L’evento è stato trasmesso in streaming sul canale You Tobe della parrocchia. 

“Abbiamo voluto questa cerimonia – ha sottolineato al termine il Direttore Generale di ASST Sette Laghi Gianni Bonelli – per dire che dal ricordo delle vittime del Covid deve sgorgare un rinnovato impegno per migliorare noi stessi innanzitutto, e la società di conseguenza, in tutte le sue componenti, a partire dai nostri professionisti che hanno vissuto questo dramma da protagonisti. Le donne e gli uomini di questa grande Azienda – ha proseguito Bonelli –  non sono già più gli stessi: la loro crescita non è stata solo professionale, ma umana e, a prescindere dalla fede di ognuno, spirituale: sono donne e uomini che l’emergenza ha reso più forti e più fragili, più decisi e più rispettosi, più competenti e più prudenti, più sensibili verso chi è fragile o ha bisogno. Questa crisi una cosa ha avuto di buono: ha fatto sì che emergesse con forza tutto il buono che albergava in noi”. 

Al termine della celebrazione eucaristica Mons Delpini si è recato sul piazzale antistante l’ingresso dell’Ospedale su Via Guicciardini e ha benedetto la pianta di ulivo alla cui base i parenti degli scomparsi potranno deporre un ciottolo a ricordo del loro caro.  

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