A Castellanza un piano per l’ex area Camilliani

 L’intento è chiaro: dare nuovo smalto all’area in cui un tempo vi erano i Camilliani che profondevano opera di solidarietà e assistenza a sostegno dei bisognosi e di quanti avevano bisogno di riannodare la vita alla speranza e consentire alla Fondazione Moroni di dilatare la sua “mission”.

Era la storia di una comunità chiamata “Piccolo gregge” che, da qualche anno, a Castellanza non è più presente. Ora l’amministrazione comunale del sindaco Mirella Cerini ha preso il problema di petto esprimendo l’intento di mettere in pista “una soluzione che porti al pieno utilizzo delle potenzialità dell’area ex Camilliani e del Centro anziani Moroni”.

Il discorso non nasce oggi ma prende le mosse dal mese di dicembre del 2017. Fu allora, infatti, che amministrazione comunale, Castellanza Servizi e Patrimonio Fondazione Moroni diedero vita a un gruppo di lavoro con una duplice finalità: “affrontare – si legge nella nota diffusa da palazzo Brambilla – le questioni legate sia all’eventuale ampliamento dello stabile sede della Fondazione, sia all’eventuale ricerca di nuovi spazi, avendo condiviso la necessità del potenziamento dei servizi offerti agli anziani fragili sul territorio e dell’ampliamento di posti e servizi resi dalla stessa”.

Dopo alcune valutazioni, l’ipotesi dell’ampliamento dell’attuale sede della Fondazione è stata messa da parte perchè, ha osservato ancora il comune nella nota, “la zona in cui ha sede la Rsa è fortemente congestionata , essendo presenti la chiesa, Humanitas, Mater Domini e l’Istituto Maria Ausiliatrice che ospita la scuola primaria, la secondaria di primo grado e corsi professionali e, pertanto, non sono stati ritenuti ipotizzabili nè un ampliamento della struttura nè lo sviluppo di servizi integrativi agli anziani fragili in loco”.

In più, ha aggiunto palazzo Brambilla, “lo stablle ex Camilliani e tutta la proprietà attendono da anni di essere valorizzati e rappresentano dal punto di vista urbanistico e logistico il luogo ideale per lo sviluppo dei servizi offerti dalla Fondazione Moroni”. La questione, quindi, è di intersecare a dovere due necessità: l’esigenza di sviluppo della Rsa Moroni e quella di ridare vitalità a un’area che ne ha assoluto bisogno.

Tutto riposa su uno studio di fattibilità effettuato dalla Fondazione e grazie al quale si è giunti alla considerazione che “la Fondazione sarebbe in grado di effettuare tale investimento” e che “sarebbe suo interesse essere proprietaria dell’area su cui costruire una nuova Rsa”. Ma dopo questo studio si è insinuata la pandemia da Covid 19, ragion per cui la Fondazione, come ha ricordato il comune, ha fatto emergere la necessità di rivederlo in alcuni aspetti.

Ma vi è un tassello aggiuntivo all’intero discorso certamente non irrilevante. “Fondazione Moroni – ha detto il comune – ha comunicato di avere adottato un nuovo Statuto per poter diventare una realtà multiservizi e instaurare collaborazioni con altri enti pubblici e privati prevedendo così ampie possibilità di sviluppo”.

Il sindaco Mirella Cerini, dal canto suo, dichiara che la sua giunta, ha cercato di “approfondire tutti i percorsi possibili” e aggiunge: “a oggi possiamo affermare che sono state poste le basi per lo sviluppo di una soluzione che porti alla valorizzazione dell’area ex Camilliani ,che non può essere rimandata ulteriormente, e allo sviluppo dei servizi offerti alla popolazione della nostra città da parte della Fondazione Moroni anche in termini di realizzazione di una sede più moderna e adeguata alle necessità future”.

Una sfida raccolta che è , al contempo, sanitaria, urbanistica, economica, sociale e culturale. 

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