A chi giova l’eliminazione del Leader slovacco?

Il Primo ministro della Slovacchia, Robert Fico (nella foto da wikipedia), lotta tra la vita e la morte dopo essere stato colpito da tre proiettili di rivoltella sparati da un attentatore. Chi può trarre vantaggio dalla sua eliminazione? Dalla presentazione che ne fanno alcuni organi d’informazione ci si può fare un’idea. Per giungere alla verità anche la Nato s’è detta disponibile a collaborare accanto agli inquirenti.

Il profilo del Leader slovacco è così tracciato dall’agenzia Ansa: «Filorusso, contro le armi a Kiev e l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, duro con i migranti, chiuso a ogni concessione sul fronte dei diritti Lgbt e delle nozze gay.

Robert Fico, classe 1964, ha abbandonato ogni sfumatura europeista dell’inizio della sua carriera politica per abbracciare, col tempo, posizioni sempre più nazionaliste.

Avvicinandosi più a Budapest che a Bruxelles e diventando una spina nel fianco dell’Europa: insieme a Viktor Orban, è diventato un potenziale ostacolo per le decisioni a maggioranza dei 27. Nella sua ultima campagna elettorale ha attaccato più volte l’Ue per il sostegno a Kiev ma anche per le sanzioni a Mosca.

E da sempre si è opposto all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, ribadendo la sua posizione solo qualche mese fa quando ha annunciato che Bratislava (che nella prima fase della guerra aveva contribuito con meno dell’1% allo sforzo europeo), non avrebbe più fornito armi a Zelensky».

L’emittente Euronews ha commentato le immagini con questo testo: «Fico è stato Primo ministro della Slovacchia per tre mandati, i primi due dal 2006 al 2010 e di nuovo dal 2012 al 2018. Il suo terzo mandato lo ha reso il capo di governo più longevo nella storia della Slovacchia.

Dopo cinque anni di opposizione, l’anno scorso il partito di Fico ha vinto le elezioni parlamentari con premesse filo-russe e anti-americane. Durante la campagna elettorale Fico ha promesso di porre fine al sostegno militare all’Ucraina.

Il leader slovacco ha accusato la Nato e gli Stati Uniti di aver provocato la Russia. Il ritorno al potere di Fico ha suscitato la preoccupazione delle opposizioni.

Col suo partito Smer – da tempo macchiato da scandali – Fico avrebbe portato la Slovacchia lontana dal suo percorso filo-occidentale. Il leader ha giurato di perseguire una politica estera “sovrana”e ha promesso una posizione dura contro l’immigrazionee le organizzazioni non governative. Fico ha anche fatto campagna contro i diritti Lgbtq+».

Il giornale online “il Post” ha presentato ai propri lettori il leader slovacco sottolineando che «è nato nel 1964 da una famiglia di operai.

Prima della dissoluzione della Cecoslovacchia, nel 1992, militò nel Partito Comunista, e dal 1994 al 2000 rappresentò la Slovacchia alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Fondò Smer nel 1999, dopo che il partito Sinistra democratica, erede del Partito Comunista di Cecoslovacchia nel paese, non lo aveva scelto come primo ministro dopo le elezioni di quell’anno.

Poche settimane fa il governo slovacco ha inoltre approvato un disegno di legge per abolire l’emittente pubblica del paese, Radio e Televisione della Slovacchia (RTVS), che secondo la ministra della Cultura Martina Šimkovičová fa troppo “attivismo politico” contro l’amministrazione di Fico.

L’obiettivo della legge sarebbe di sostituire RTVS con un nuovo ente più filogovernativo: la proposta dovrà essere votata a giugno dal parlamento, e ci si aspetta che sia approvata.

Fico ha detto più volte di ammirare il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che secondo lui “difende gli interessi del suo Paese e del suo popolo” e il presidente russo Vladimir Putin, che si è detto indignato dell’attentato di mercoledì contro di lui.

Nel Marzo del 2023 la Corte penale internazionale, il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, aveva emesso un mandato d’arresto per Putin, accusandolo di crimini di guerra per l’operazione militare in corso in Ucraina: Fico ha detto che se il presidente russo dovesse mai visitare la Slovacchia non permetterebbe di arrestarlo».

Dal canto suo il Corriere della Sera ha evidenziato che «Robert Fico è il politico più influente e controverso della storia moderna della Slovacchia: comunista nell’era sovietica, oggi un populista spesso definito “l’Orbán slovacco”, a Settembre ha conquistato il quarto mandato con una campagna dai toni apertamente filorussi e xenofobi».

L’opinione del quotidiano milanese non è dissimile da quella espressa da “La Repubblica”: «Robert Fico è l’uomo dei primati. È il primo leader “rossobruno” ad aver agguantato lo scettro da premier in Europa.

In sostanza, è il primo ex comunista ad aver (ri)conquistato il potere scippando le bandiere della destra, diventando ferocemente nazionalista, xenofobo, complottista, omofobo e No-vax». (a.com.)

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