Alla biblioteca Ambrosiana teoria e pratica del “prenderci cura”

“Quando irrompe il dolore, bisogna domandarsi come questa persona può essere accompagnata ad affrontare questo percorso drammatico, nella maniera più conforme all’altezza della sua vocazione e della dignità di ciascuno”.

Tale percorso di accompagnamento, richiamato dalle parole dell’arcivescovo Mons. Delpini durante la presentazione del libro “Il fine vita – Etiche, normative, religioni”, implica un atteggiamento di fondo che coinvolge comportamenti, persone, istituzioni, associazioni, famiglie e l’intera comunità.

Il “prenderci cura” dell’umanità e del creato, in solidarietà e fraternità, è un impegno che ha radici etiche, bibliche, talmudiche e coraniche, con implicazioni di sussidiarietà sociale e politica. Ed è il motivo per cui un gruppo di lavoro, costituitosi nel 2014, accolto e ospitato presso la Biblioteca Ambrosiana, ha dato la propria disponibilità per un servizio (di formazione e di pratica) che è insieme civile e spirituale.

Motivazioni di un agire, quello di “Insieme per prenderci cura”, che ricopre più dimensioni dell’umano, del vivere e del convivere, che sono state anzitutto approfondite – come iniziale tappa per una fondamentale condivisione culturale – proprio presso la citata istituzione ambrosiana, la prima e storica istituzione milanese fondata nel 1607 dal card. Borromeo, dedicata alla cultura, all’incontro e alla condivisione.

Il gruppo di lavoro – formato da medici, giuristi, docenti, infermieri, giornalisti ed altri, e da persone appartenenti e rappresentanti di diverse fedi e confessioni religiose – ha prodotto, nel corso degli ultimi dieci anni, scritti e disposizioni pratiche, utili al tema del “Prendersi cura”, in ambito ospedaliero, in ambito carcerario e in genere, in ambito sociale.

I componenti del gruppo si sono confrontati, in spirito di fratellanza e di rispetto verso le rispettive culture di provenienza (religiose, filosofiche, giuridiche).

Come frutto di tale preziosa e importante attività sono stati pubblicati (con la collaborazione di numerosi e qualificati Enti ed Associazioni presenti sul territorio nazionale) documenti vari ed i seguenti tre volumi (cfr: www.prendercicura.it): I. “Salute e identità religiose (2017, 2020); II. “Etica laica e religiosa dei trapianti di organi” (2018); III. “Il fine vita. Etiche, normative, religioni” (2024).

Proprio quest’ultima – già presentata nello scorso Maggio presso la ASST Gaetano Pini di Milano, con la partecipazione di Mons. Delpini – è stata oggetto di riflessione durante l’incontro-convegno svoltosi in Ambrosiana Lunedì 21 ottobre 2024, dal titolo “Prenderci cura nella società multietnica”.

Vi hanno partecipato, svolgendo una propria relazione, il Prefetto dell’Ambrosiana Mons. Marco M. Navoni (che ha dato il saluto ai partecipanti, ricordando l’importante funzione svolta dalla Biblioteca Ambrosiana), Mons. Pierfrancesco Fumagalli (Presidente IPC – ‘Insieme per prenderci cura’, costituitasi anche come associazione nel 2023), il Dottor Giorgio Mortara (Vice Presidente IPC), la Dr.ssa Rosanna Supino (Responsabile Scientifico di IPC), il Dr. Lamberto Bertolè (Assessore al Welfare e Salute, Comune di Milano).

Bertolé ha svolto il tema “Il valore civile della cura” dando anche comunicazione delle iniziative che il Comune sta promuovendo in tema di salute mentale e capacità di fare sistema di fronte alle sfide sociali riguardanti altresì le problematiche della solitudine, disabilità, diseguaglianze.

Il prof. Gian Vincenzo Zuccotti, relazionando “Quale formazione per prenderci cura”, ha sottolineato l’importanza di adeguare la formazione con relativi percorsi che possano preparare più adeguatamente i nuovi medici, orientandoli all’importanza della passione per la professione e la vicinanza fisica al malato.

Il prof. Scanni, oncologo, ha messo l’accento sul bisogno della parola per il malato e sul rapporto medico-paziente: un atteggiamento che apre, per le aspettative del malato, ad un sentimento di speranza: ai suoi occhi, infatti, la parola può costituire “motivo di condanna oppure di resurrezione”.

L’incontro ha visto la presenza anche di personalità appartenenti a diverse confessioni religiose, che hanno approfondito, secondo le rispettive tradizioni, le tematiche dell’‘Insieme per prenderci cura’.

L’intervento di Mons. Fumagalli ha richiamato tutte le motivazioni e le iniziative che IPC ha svolto nei “Dieci anni di ‘Insieme per prenderci cura’ – 2014-2024”, fino alla pubblicazione del citato terzo libro “Il fine vita”, ma anche il documento “Vivere le religioni in carcere. Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi”; come pure il “Vademecum” per infermieri, e una “Carta delle buone pratiche” per l’assistenza ai pazienti di religioni anche diverse dalla cristiana, da affiancare alla “Carta europea dei diritti dei malati”, in modo da migliorare la qualità dell’assistenza.

Documenti presentati a Istituzioni e in Convegni nazionali. L’aspetto formativo ed educativo che caratterizza le finalità e l’attività dell’Associazione IPC si coniuga, così, con l’impegno normativo, con le prospettive interdisciplinari e interculturali e con il dialogo spirituale e civile.

Le relazioni finali del Convegno sono state presentate da Rav Alfonso Arbib (Rabbino Capo Comunità Ebraica di Milano); dalla Prof.ssa Ilham Allah Chiara Ferrero; dalla Pastora Daniela Di Carlo (Chiesa Valdese di Milano).

A conclusione, gli interventi della Prof.ssa Laura Boella (‘La speranza e la cura’), e della Prof.ssa Daniela Milani (‘Insieme per curarci le ferite’).

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