Giovedì 30 novembre, la Polizia di Stato di Busto Arsizio, viste le molteplici segnalazioni di furto in abitazione raccolte nelle ultime settimane, individuava due ragazze di giovanissima età scendere da un treno appena giunto alla stazione cittadina, che si dirigevano verso il centro cittadino con un fare sospetto.
Temendo che la presenza in città delle due giovani fosse orientata alla commissione di analoghi reati, gli agenti dell’Ufficio Investigativo del Commissariato di P.S., monitoravano i movimenti delle due ragazze.
Queste si fermavano dapprima a consumare qualche cibo presso il locale McDonald acquistando poi alcuni beni presso un secondo esercizio commerciale situato in viale Diaz. Iniziavano poi a girare per le vie cittadine fino a portarsi in via Gavinana dove venivano viste armeggiare sulla porta di ingresso di uno stabile accedendovi immediatamente.
Gli agenti ne rimanevano all’esterno attendendone l’uscita che avveniva poco dopo. Immediatamente le giovani venivano fermate e controllate.
Nell’occasione si constatava la giovanissima età delle due le quali asserivano di avere rispettivamente solo 10 e 12 anni.
Le bambine, di etnia rom, negavano di essere entrate nello stabile e solo messe di fronte alla realtà, corroborata anche dal ritrovamento davanti alla porta di accesso di un appartamento di una targhetta proveniente dal negozio presso cui erano stati fatti degli acquisti poco prima, ammettevano d’aver forzato la porta di ingresso all’androne consegnando svariati cacciaviti e chiavi inglesi di varie dimensioni occultate da entrambe sulla loro persona.
A seguito di controllo da parte delle operatrici veniva rinvenuto un ulteriore manufatto di plastica rigida semicurvo e sottile utilizzato per forzare la prima porta.
Le minori non avevano con sé alcun documento né telefoni cellulari rendendosi necessario accompagnarle presso gli uffici del Commissariato di P.S. per l’identificazione e il successivo affidamento. Dall’identificazione delle minori, emergeva che la maggiore delle due già in passato è stata sottoposta a fotosegnalamento da altri uffici di Polizia per furto in abitazione e detenzione di oggetti atti allo scasso con indicazione di nomi e date di nascita differenti ma sempre inferiori ai 14 anni.
Veniva richiesto alle minori di indicare un recapito dei genitori ma le stesse dichiaravano che non li avrebbero chiamati fornendo un numero telefonico di un asserito parente, risultato poi intestato ad una persona inesistente.
Chiamata l’utenza indicata, la donna che rispondeva rifiutava di comunicare il proprio nome interessandosi però della situazione delle due minori affermando che i genitori delle stesse non sarebbero mai intervenuti e riservandosi di inviare un legale di fiducia presso il Commissariato.
Successivamente questo ufficio veniva contattato da un legale al quale era chiesto di portarsi presso gli uffici con i documenti delle minori e una delega dei genitori delle stesse ai fini dell’affidamento. L’avvocato raggiungeva il Commissariato di P.S. di Busto Arsizio nel tardo pomeriggio asserendo di non sapere le generalità certe né dei genitori né delle minori né dove le stesse, o i loro genitori, risiedano accettando comunque di prenderle in affidamento, previo assenso del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica per i Minorenni.
La dodicenne e la seconda minore di 10 anni, terminati gli atti, che rifiutavano di sottoscrivere, in serata lasciavano il Commissariato con l’avvocato; seguirà la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni relativa alla commissione del tentato furto in appartamento e la detenzione di oggetti atti allo scasso, reati per i quali entrambe le minorenni non potranno essere giudicate in quanto non imputabili vista la giovanissima età.