Come ogni anno, l’Amministrazione Comunale organizza una mostra dedicata al Natale. Quest’anno, Palazzo Marliani Cicogna offre una preziosa “strenna artistica” che sarà possibile ammirare durante tutto il periodo delle Feste. Da venerdì 17 dicembre 2021 e fino a domenica 9 gennaio 2022, il museo ospita infatti la mostra monotematica dedicata all’opera “Sant’Antonio con il Bambino” del celebre artista bustocco Biagio Bellotti.
“In occasione del Santo Natale 2021 l’Amministrazione Comunale offre alla cittadinanza e a tutti coloro che, da ovunque, vorranno venire ad ammirarla, una mostra ‘speciale’, la cui visita consisterà in una vera e propria esperienza – afferma la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli -. Sarà infatti costituita da un’unica opera, di grande valore artistico, del “nostro” Biagio Bellotti, protagonista di un allestimento particolare, improntato a creare un’atmosfera di meditazione e desiderandolo, anche di preghiera.
L’essenzialità dell’impianto “narrativo” e la penombra in cui, al calare del sole, sarà immersa, intende favorire una ancora più intensa fruizione estetica ed estatica dell’opera d’arte, oggetto dello sguardo e, nel contempo, soggetto attivo, dispensatore di pace e pensiero.
Un lenimento immateriale in un momento ancora per tutti difficile, in cui arte e spiritualità si fondono”.
La mostra rappresenta un altro omaggio della Città al suo illustre cittadino, già celebrato nel 2016 presso Palazzo Cicogna per i trecento anni dalla sua nascita con una mostra realizzata in collaborazione con la Famiglia Bustocca. In occasione del Natale, Busto lo ricorda ancora, presentando al pubblico una sua opera poco conosciuta, giunta al museo grazie alla collaborazione di una parrocchia della provincia di Varese che ha gentilmente concesso il prestito del dipinto.
Gesù Bambino, che siamo soliti vedere rappresentato tra le braccia della Madonna, in quest’opera è dolcemente cullato da Sant’Antonio, in un’iconografia che trova spiegazione in un curioso episodio della vita del Santo che Biagio Bellotti rappresenta con infinita dolcezza. Il dipinto ricorda infatti la visione che Sant’Antonio ebbe a Camposampiero, nei dintorni di Padova, nel 1231, della quale fu testimone il conte Tiso che una sera, recatosi in visita al Santo, venne colpito da una luce intensissima proveniente dall’uscio socchiuso.
Aperta la porta, si trovò davanti Antonio che stringeva tra le braccia Gesù Bambino.
Poco dopo, la visione scomparve e il Santo, accortosi della presenza del conte, gli fece solennemente promettere di non rivelare a nessuno ciò di cui era stato testimone. Il conte raccontò della visione alla quale aveva assistito solo dopo la morte di Antonio, avvenuta il 13 giugno dello stesso anno.
Antonio venne canonizzato a soli undici mesi dalla morte e da allora la sua iconografia si arricchì anche della sua immagine con il piccolo Gesù tra le braccia, che esprime in modo singolare il particolare attaccamento del Santo all’umanità di Cristo e la sua intimità con Lui.
L’opera è accompagnata da due pannelli esplicativi e da un filmato che ripercorre le principali tappe della vita personale e pittorica di Biagio Bellotti, artista a tutto tondo, le cui opere si possono ancora oggi ammirare – oltre che presso la collezione permanente stessa al primo piano del museo – anche in diversi luoghi della provincia e non solo.
Come spiega Serena Colombo, presidente della consulta di “Uno spazio per l’arte”, “l’allestimento ideato e realizzato da Stefania Pellegatta Atelier per KOKOONOOR, intende valorizzare la sacralità della piccola tela di Biagio Bellotti.
Il buio della sala favorisce un atteggiamento di riflessione e meditazione. Come nelle pale d’altare tardo rinascimentali, il Sant’Antonio di Bellotti è valorizzato da un tessuto, in questo caso un lampasso, una stoffa serica operata, con disegni e decori che non vengono stampati ma lavorati col tessuto stesso, come i damaschi e i broccati.
La decorazione del lampasso, di matrice settecentesca – quindi coeva al dipinto – ma realizzata più tardi, ha un forte valore simbolico: il melograno è simbolo della passione, morte e resurrezione di Gesù, la rosa canina, “rosa senza spine”, è simbolo di Maria nata senza peccato originale, mentre il fico è emblema della vita, della luce, della forza e della conoscenza”.
Nel pieghevole che accompagna la mostra sono elencate le opere del Bellotti custodite a Palazzo Cicogna e quelle che si trovano in chiese ed altri edifici del territorio, in modo che il visitatore possa continuare ad approfondire la conoscenza dell’artista con ulteriori visite.