Busto Arsizio: smantellate organizzazioni di trafficanti e spacciatori di droga

Questa mattina, martedì 25 Giugno, la Polizia di Stato di Busto Arsizio ha eseguito un’Ordinanza con la quale il GIP ha applicato la custodia cautelare in carcere a undici persone gravemente indiziate del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Il Provvedimento restrittivo costituisce l’atto finale di una complessa indagine iniziata mesi fa dai poliziotti del Commissariato di P.S. coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio e ha permesso di smantellare due distinti gruppi criminali, composti per lo più da cittadini del Marocco, dediti all’importazione e alla vendita “all’ingrosso” di notevoli quantitativi di cocaina e hashish.

L’Ordinanza eseguita questa mattina ha infatti permesso di assicurare alla giustizia complici e clienti, a loro volta “spacciatori al dettaglio”, di quattro indagati che nel corso delle indagini erano stati sorpresi con ingenti partite di droga e arrestati dai poliziotti del Commissariato: lo scorso mese di ottobre, a Cairate (VA), erano stati arrestati due marocchini domiciliati a Tradate, bloccati mentre cercavano di spostare da un magazzino circa 60 kg. di hashish e della cocaina; pochi giorni dopo, a Caponago (MB), gli agenti di via Foscolo avevano assicurato alla giustizia un marocchino di Cinisello Balsamo e un cittadino tedesco sequestrando circa 20 kg. di cocaina, in parte ancora nascosti sull’autoarticolato condotto dal secondo e in parte già caricati sull’auto guidata dal primo, che li avrebbe immessi sul mercato illegale.

Due, quindi, i gruppi criminali smantellati grazie all’indagine partita dall’osservazione di un gruppo di pushers locali, attivi tra Gorla Minore e Cairate, emersi da precedenti indagini svolte dal Commissariato e dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio.

Diversi gli elementi comuni ai due sodalizi: l’utilizzo di depositi per stoccare, al riparo da occhi indiscreti, la droga da vendere – in un caso il magazzino nella zona industriale di Cairate e nell’altro un anonimo appartamento ad Agrate Brianza; l’impiego, per spostare le partite di droga, di una flotta di autovetture munite di nascondigli attivati con meccanismi occulti; la divisione dei compiti tra organizzatori, che “da remoto” tenevano i rapporti con clienti e i fornitori, ed esecutori, che provvedevano al trasporto delle partite di droga, alla loro cessione e al recupero del denaro assumendosi così il rischio di essere arrestati e venendo per questo ricompensati con stipendi mensili, in un caso con la cessione a condizioni di favore di un bar a Milano e con l’assistenza legale dopo l’eventuale arresto.

La “rete commerciale” degli acquirenti-spacciatori di droga era estesa, comprendendo diverse località nelle province di Varese, Milano, Como, Brescia, Bergamo, Monza e Brianza e Alessandria.

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