Coldiretti Varese il regalo è last-minute e gastronomico

Tanta tradizione e, per chi ha tempo di cimentarsi ai fornelli, la riscoperta del “fatto in casa”: dalle paste ripiene ai bolliti e, nel sud della provincia, i memorabili bruscitti. Certo è che a tavola, quest’anno, sarà il territorio a farla da padrone, in un Natale inedito che, di fatto, blinda anche il territorio della nostra provincia in zona rossa.

E’ intanto tempo delle prime stime sulle scelte dei consumatori: i regali per la festa più attesa dell’anno sono “last minute” per 3,5 milioni di italiani  (compresi i varesotti) che quest’anno hanno atteso fino all’ultimo per acquistare i tradizionali doni per se stessi o per gli altri da mettere sotto l’albero.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ sullo shopping in vista del Natale, la maggioranza del 45% delle famiglie ha fissato quest’anno un budget tra i 100 ed i 300 euro, il 41% sotto i 100 euro, il 14% dai 300 ai mille euro. La spesa media è pari a 175 euro a famiglia, in calo del 23% rispetto allo scorso anno a causa delle difficoltà economiche causate dalla pandemia che hanno ridotto il budget degli italiani per i doni.

“Il risultato della crisi è anche la tendenza ad indirizzarsi verso regali utili il cibo che, nelle nostre province, risulta tra i più gettonati” afferma Fernando Fiori, presidente Coldiretti Varese. “Le famiglie blindate in casa nei giorni clou delle festività trovano consolazione nella tavola e il maggior tempo disponibile si traduce, soprattutto, nella tendenza a cucinare di più per sé e per i propri familiari. Una svolta che spiega quest’anno il boom dei cesti enogastronomici personalizzati secondo le diverse preferenze: ma il chilometro zero risulta vincente e c’è molta più attenzione, rispetto al passato, ad una cucina di memoria”.

Molto richiesti i cesti enogastronomici scelti da un cittadino su 3 (34%), spinti dalla tendenza a cercare consolazione nella tavola e nella cucina rispetto alle limitazioni agli spostamenti e alla possibilità di pranzi e cene con amici e parenti.

Tra i prodotti più presenti nei cesti ci sono – sottolinea la Coldiretti prealpina – vini, dolci lievitati tipici e spesso artigianali (su tutti il panettone), ma sono tornati prepotentemente cotechini della tradizione, le lenticchie e in generale tutti i prodotti tipici locali, cosiddetti a chilometro zero, dai salumi ai formaggi, dall’extravergine al vino, dal miele alle conserve, meglio se preparati direttamente nelle aziende agricole.

Tra le curiosità c’è il fatto che i timori legati all’arrivo della variante inglese del Covid e al proseguire dell’ondata di contagi hanno  spingono molti a regalare a parenti e amici mascherine, gel e altri dispositivi di protezione individuale anti-Covid. come le mascherine ma anche il gel, a partire dalle varianti “green”.

Dai modelli più fashion realizzati dalle grandi marche a quelli riciclabili che non inquinano ma anche con forme, scritte e disegni curiosi sono tra le scelte più gettonate.

Una innovazione che riguarda anche i prodotti igienizzanti con alcune aziende agricole che hanno, infatti, riconvertito le produzioni usando con rosmarino, timo e altre erbe naturali utilizzati per realizzare soluzioni disinfettanti grazie al matrimonio con l’alcool alimentare di alcuni liquorifici. E non mancano i vivaisti che hanno creato siepi e fiori per separare i tavoli e favorire il distanziamento in modo del tutto naturale.

A livello generale è da segnalare – afferma la Coldiretti provinciale – la preferenza accordata dall’82% degli italiani all’acquisto di prodotti locali e Made in Italy anche per aiutare l’economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa in un momento di grande difficoltà, sostenuta dalla campagna #mangiaitaliano della Coldiretti.

Per lo shopping il 32% degli acquisti è peraltro pagato dagli italiani con la moneta elettronica spinta dalle preoccupazioni per il contagio da Covid e dalle ultime misure varate per favorire l’uso di bancomat e carte di credito, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Deloitte. A pesare sullo scenario è l’effetto congiunto dell’operazione cashback insieme al boom degli acquisti in rete. Nonostante l’emergenza per Natale, però, il 62% dei consumatori  ha dichiarato di scegliere i negozi fisici come la principale meta per lo shopping natalizio a fronte di un 38% che predilige l’online. In particolare lo shopping nei negozi è considerato migliore per le categorie di prodotto più discrezionali che richiedono maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza.

Ancora un dato: nonostante le difficoltà economiche 41% dei consumatori quest’anno, in occasione delle festività di fine anno, fanno donazioni o sono coinvolti in qualche opera di beneficenza o volontariato di fronte ad una crisi senza precedenti, con oltre 4 milioni di poveri in Italia che nelle feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid.

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