Occorre ora un impegno concreto per fermare l’incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti nel settentrione lombardo che ha raggiunto livelli insostenibili, mentre continuano a piovere le denunce di danni sui terreni del Varesotto. Coldiretti, attraverso il presidente provinciale Fernando Fiori, ribadisce come “non sia più rinviabile l’adozione di un piano di intervento concreto ed efficace”.
La popolazione di cinghiali, in particolare, ha superato abbondantemente i due milioni in Italia, con danni, aggressioni e incidenti ma anche un evidente rischio sanitario. E’ quanto afferma Coldiretti Varese nel commentare la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) di fermare la vendita di selvatici vivi nei mercati alimentari per prevenire la diffusione delle malattie infettive.
Con i lockdown per l’emergenza Covid è sempre più frequente – sottolinea la Coldiretti prealpina – la presenza di animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case alla ricerca di cibo con evidenti rischi per la salute. Una emergenza che si allarga dalle campagne alle città compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Senza dimenticare la distruzione di raccolti agricoli, l’uccisione di animali e gli incidenti stradali sempre più frequenti anche nel comprensorio insubre.
Non solo: a ribadire i fattori di rischio è anche il Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano un ruolo fondamentale per la diffusione del virus Psa e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.
L’azione dunque secondo il Piano – continua Coldiretti Varese – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Oltre otto cittadini su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Il 69% ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei intervistati su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.