Mercoledì 23 Agosto 2023, ricorre il centenario della scomparsa di Don Giovanni Minzoni assassinato ad Argenta il 23 Agosto 1923.
Il giornalista Alberto Comuzzi, che dal 2011 dirige un network di giornali online (Resegoneonline, Comolive, Valtellinanews, Vareseinluce), dopo una vita nelle redazioni (ha lavorato al settimanale “Il Tempo”, al quotidiano “Avvenire” e per oltre trent’anni nella Periodici San Paolo, editore di Famiglia Cristiana) è l’autore del libro “Don Minzoni. Un martirio inevitabile”, in libreria da poche settimane.
L’opera esce in occasione del centenario della morte del sacerdote e propone un ricordo della figura del religioso che ha onorato la Chiesa, che ha amato la sua comunità lasciando un ricordo vivo della sua dignità sacerdotale.
Il volume è basato su testimonianze e documentazioni che narrano di una Romagna dei primi anni del ventesimo secolo ed è arricchito dalla prefazione del vescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni e da una introduzione al testo del cardinale Ersilio Tonini, già Arcivescovo di Ravenna-Cervia.
Don Minzoni nasce a Ravenna il 29 Giugno 1885; dopo gli studi in seminario e un’alta specializzazione in Scienze sociali alla Scuola superiore di Bergamo, è destinato alla parrocchia di Argenta, come viceparroco. Durante la guerra diventa cappellano militare e viene decorato con medaglia d’argento al valore militare.
Nel 1918, al rientro dal conflitto, è nominato parroco e nell’arco di poco tempo diventa un punto di riferimento per la maggior parte degli Argentani.
Nel 1923 favorisce la nascita di un reparto di scout cattolici che il nascente regime fascista considera un concorrente pericoloso per l’Opera nazionale balilla.
Una decisione, quella del Parroco, che probabilmente fu la causa scatenante dell’aggressione squadrista, di cui fu vittima, nella notte del 23 Agosto 1923. Mandanti ed esecutori avevano progettato una “bastonatura a stile”, secondo il linguaggio fascista dell’epoca, ma un colpo alla nuca fu fatale al Sacerdote romagnolo.
In realtà, Don Minzoni, per chi lo ha conosciuto e per quello che traspare dalla testimonianze riportate con accuratezza nel volume è stato un testimone limpido dell’amore per Gesù, ben lungi dall’agitatore politico.
Un prete esemplare per il coraggio, ma soprattutto per la fedeltà ai valori evangelici.
Don Minzoni ancora oggi è ricordato con commozione a Ravenna e ad Argenta, dove sorge un Museo a lui dedicato.
La sua presenza è ancora viva in quelle terre che un tempo hanno beneficiato della sua opera.
Ogni pietra testimonia la sua vita: dalla chiesa di Sant’Apollinare a Ravenna, che lo ha consacrato prete, alla parrocchia di Argenta nel cui duomo oggi sono custodite le sue spoglie.
La Romagna è stata una terra impregnata del sangue di molti sacerdoti anche negli anni bui del secondo conflitto Mondiale.
Lo stesso Autore nell’introduzione scrive che in tutta la regione dell’Emilia Romagna furono 92 i preti uccisi.
Quanti sacerdoti sono stati assassinati nel mondo per aver svolto il loro ministero.
Il libro di Alberto Comuzzi racconta la storia di don Minzoni partendo dalla sua giovinezza, all’entrata in seminario, gli anni da capellano e la vita e le scelte che affrontò come parroco di Argenta mettendo in risalto la passione del sacerdote nel dedicarsi all’educazione dei giovani ai valori di libertà e responsabilità.
Una figura ben più che simbolica che può essere utile alle nuove generazioni bisognose di esempi positivi in un tempo segnato da egoismo, intolleranza, figli primogeniti dell’imperante relativismo.
Un prete ucciso per invidia e ancor più in odio alla religione. Troppo riduttivo confinarlo nell’area dell’intolleranza fascista.
Don Minzoni è stato un martire del Vangelo e un evidente esempio d’amore verso Dio espresso con l’attenzione verso i suoi parrocchiani a cominciare dai più giovani per la cui educazione si spese fino a donare la propria vita.
Alberto Comuzzi, “Don Minzoni. Un martirio inevitabile”, pagg. 168, € 16.00, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano)