La chiesa di San Martino scrigno di tradizione e storia

La Chiesa di San Martino è un testimone silenzioso della storia della città giardino, rappresentando un legame con il passato e un punto di riferimento per la comunità.

Questo luogo non è solo un importante punto di riferimento religioso, ma è anche un autentico scrigno di cultura, come ha dichiarato questa mattina, sabato 9 Novembre, la professoressa Elena Ermolli, custodisce opere d’arte, affreschi ed è intriso di una storia secolare.

Martirio di San Lorenzo

Durante i due giorni dedicati alla ricorrenza di San Martino (sabato 9 e domenica 10 Novembre), la prof.ssa Ermolli ha invitato varesini e turisti a scoprire la storia di questa affascinante chiesa, dedicata al Santo, che ha avuto origine con le monache Umiliate. Queste ultime ricevettero alcune case lungo via Morazzone per farne la nuova sede del convento, separato dalla chiesa da un piccolo appezzamento di terra.

Nel corso del 1400, la chiesetta più piccola di quella attuale, fu decorata all’esterno con due affreschi dedicati a San Martino e San Cristoforo, oggi scomparsi. Tuttavia, tracce del secondo sono state restaurate nel tempo e collocate nel Battistero. Durante le sue frequenti visite pastorali nella provincia di Varese, San Carlo ordinò l’acquisto del terreno che separava il convento dalla chiesa per unire i due edifici, permettendo alle monache di assistere alla Messa senza uscire.

Intorno al 1722, il monastero acquisì importanza e la chiesa fu decorata come possiamo vederla oggi, da artisti varesini dell’epoca. I fratelli Giacomo e Antonio Francesco Giovannini affrescarono la volta del presbiterio; Giovanni Antonio Speroni, che era anche il capomastro dei lavori, realizzò gli stucchi; il Magatti dipinse la volta con la gloria di San Martino e nel presbiterio affrescò i quattro angeli che reggono strumenti musicali e i quattro affreschi con scene della vita di San Martino.

Volta raffigurante San Martino

Nel 1723, Francesco Maria Bianchi realizzò i grandi dipinti sui lati della navata: il “Martirio di San Bartolomeo” sul lato sinistro e il “Martirio di San Lorenzo” sul lato destro. Durante la Repubblica Cisalpina il convento fu chiuso, ma la chiesa, scampata alla soppressione, fu utilizzata come deposito militare dalle truppe garibaldine e successivamente come fienile.

Martirio San Bartolomeo

Nel 1855, un incendio causato da autocombustione non distrusse la chiesetta che rimase intatta. Nel 1932, fu sottoposta a un restauro, seguito da un ulteriore intervento nel 1969 per conformarsi alle nuove norme del Concilio Vaticano II.

La festa di San Martino è un evento molto amato dagli abitanti di Varese. Per due giorni, le strade del centro storico si animano con un’atmosfera vivace che coinvolge sia i residenti che i turisti, offrendo l’opportunità di riscoprire una chiesa ricca di storia e tradizioni. Nella Chiesa di San Martino viene celebrata ancora oggi la messa in latino la domenica alle ore 18.00.

Questa chiesa non è soltanto un sito di rilevanza storica e architettonica, come ha ricordato più volte Giuseppe Caffarelli uno degli organizzatori della festa dedicata al Santo, simboleggia anche un profondo legame con San Martino, un santo venerato non solo a Varese ma anche in altre Paesi europei come la Francia. Situata nel cuore pulsante di Varese, la chiesa rappresenta un emblema di carità, umanità e solidarietà, valori che San Martino ha incarnato e che continuano a ispirare i varesini.

San-Martino-programma
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