L’odissea dei passeggeri del Varese-Milano delle 16.16 di lunedì 29 Luglio

Lunedì 29 Luglio, stazione di Varese Nord: dal binario uno parte alle 16.16 il diretto per Milano-Cadorna. Tempo di percorrenza previsto 50 minuti.

A Malnate il convoglio si ferma perché un passeggero non si sente bene e viene allertato il servizio sanitario. Dopo una ventina di minuti qualche passeggero ricorda che di lì a poco, sul binario due, dovrebbe transitare il convoglio delle 16.20, sempre in partenza da Varese e diretto a Milano, evidentemente in ritardo.

I passeggeri del diretto abbandonano le carrozze e si spostano sul binario due dove, in effetti, nel frattempo è arrivato il treno delle 16.20. Qualche anziano, insieme ad altri incapaci di tenere il passo da bersagliere, raggiunge il convoglio delle 16.20 che, pur partito in ritardo e semivuoto, forse per recuperare il tempo perso, parte a spron battuto.

Ai poveri passeggeri del diretto non rimane che tornare sui loro passi e risalire in carrozza, sempre in attesa che giungano al più presto i medici o almeno un’ambulanza per soccorrere la persona in difficoltà.

Nel frattempo, si viene a sapere che l’unico controllore (donna) presente – dai microfoni della stazione di Malnate nessun messaggio o notizia per avere informazioni – non solo non è al corrente che da Varese sarebbe partito un treno locale alla 16.20, ma ha come unico suggerimento da dare ai passeggeri diretti a Milano di spostarsi nuovamente sul binario due per prendere un convoglio, quello delle 16.56, partito da Varese con 7 minuti di ritardo.

Con una pazienza da fare invidia a un certosino i “disgraziati del 16.16”, sotto una calura asfissiante, riprendono i loro bagagli e ripercorrono la via, ormai familiare, verso il binario due, dove finalmente possono salire sul convoglio delle 16.56 partito con sei minuti di ritardo.

Una volta a bordo, dai finestrini volgono lo sguardo verso il loro “16.16” che, vuoto, riparte alla volta di Milano.

Una situazione kafkiana che avrebbe potuto benissimo aggiungersi ad una delle scene del film “Amici miei”, dove però a prendere gli schiaffi avrebbero dovuto essere quei funzionari di Trenord ben acquattati dietro le loro scrivanie in piazza Cadorna a Milano e non ignari passeggeri affacciati ai finestrini di un treno in partenza.

Risultato: i “disgraziati del 16.16” sono arrivati a Milano alle 18.10; esattamente 70 (settanta) minuti dopo l’orario previsto.

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