La Sezione di Varese dell’Associazione nazionale dei carabinieri, presieduta dal professor Roberto Leonardi, ha offerto martedì 12 Novembre, ai propri concittadini varesini una intensa giornata di riflessione in occasione della strage di Nassiriya avvenuta il 12 Novembre 2003.
Tre i momenti nell’arco della giornata. Alle nove del mattino ai giardini di Nassiriya, in via Elvio Capelli, la cerimonia al monumento dei caduti di Kabul e Nassiriya, seguito, attorno alle ore 10, da un incontro nella sala Montanari con oltre duecento studenti presenti per ascoltare gli interventi del professor Orecchia docente dell’Università Insubria e del generale di corpo d’armata, Carmelo Burgio, il quale, sempre in sala Montanari, nel pomeriggio ha poi tenuto una seconda conferenza rispondendo dalle domande del direttore de “La Prealpina”, Silvestro Pascarella.
Il generale Burgio, 67 anni, è una figura di spicco nell’Arma dei Carabinieri con un’esperienza maturata in varie missioni in diversi teatri operativi tra i quali l’Iraq a Nassiriya, nella base dell’attentato, al quale ha dedicato appunto il libro “Nassiriya. Dall’attentato alla ricerca della verità” in cui ricostruisce i tragici fatti che tanto hanno colpito l’opinione pubblica italiana.
In quell’attentato, provocato da un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro la base Maestrale, perirono 28 persone di cui 19 italiane. Di queste, dodici erano carabinieri appartenenti alla Multinationale Specialized Unit. Qualche giorno dopo a prendere il comando della base sarebbe stato il generale Burgio che, prima ancora di subentrare nell’incarico, avvertì l’insufficiente protezione della base. Nel libro e durante l’incontro pomeridiano l’Alto Ufficiale ha ricordato i passaggi più delicati di quella sua missione in Iraq. Soprattutto gli accorgimenti presi, dopo l’attentato, per mettere in sicurezza il personale impegnato nella base Maestrale e per motivarlo, fugando i contraccolpi che sul piano psicologico avevano colpito più d’uno.
La constatazione che una migliore protezione della base avrebbe evitato la tragedia, insistentemente manifestata ai suoi superiori, trovò conferma nella dichiarazione rilasciata dall’iracheno responsabile dell’attentato prima di essere giustiziato: «Abbiamo colpito gli italiani perché erano i meno difesi».
I ripetuti applausi durante l’esposizione del Generale hanno testimoniano l’apprezzamento del pubblico rimasto ad ascoltarlo per oltre due ore e mezza.
In sala erano presenti il vicario del prefetto Fabio De Fanti, il sindaco Davide Galimberti e il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Varese il Col. Marco Gagliardo.
da sin.: Salavatore Pascarella, direttore Prealpina, generale di corpo d’armata, Carmelo Burgio, Roberto Leonardi Presidente Associazione nazionale Carabinieri in congedo sezione di Varese