Di quella tragedia ricordava ogni minimo particolare. E lui, Antonio Monti, olgiatese doc con una passione molto intensa per la storia del suo paese, l’aveva raccontata, tramandata, ne aveva reso la dimensione del dolore sia di chi morì sia di coloro che sopravvissero e soffrirono e ancora soffrono.
E il suo ruolo di memoria storica l’ha esercitato fino alla morte, avvenuta pochi giorni fa. Quel giorno di cui molto sapeva era il 26 Giugno 1959.
Era il giorno in cui settanta persone perirono in seguito alla caduta di un aereo Lockheed della Twa colpito da un fulmine all’altezza di “Cascina Agnese”. I resti furono recuperati il 27 giugno e le esequie avvennero il successivo 29 alla basilica di San Giovanni di Busto Arsizio.
Di quella tragedia hanno conservato salda memoria il giornalista e lo scrittore olgiatese Alberto Colombo che ne ha affidato il ricordo a due libri ovvero “Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona” e “Settanta vite immortali”. E di tramandare la storia di questo evento si occupa anche un Comitato chiamato appunto “Settanta vite immortali, Olgiate Olona 26 Giugno”.
Di questa custodia storica è stato parte appunto anche Monti che con questo Comitato aveva stretto una salda collaborazione. E a ricordarlo sono, in una toccante lettera, il figlio Andrea insieme con la sorella Elena: “quello che per mio papà Antonio fu un inferno – scrivono – quel fatidico 26 Giugno 1959, per me è sempre stata una storia raccontata fin dalla mia prima giovane età, una storia triste di settanta immortali vittime; grazie anche a lui (Antonio Monti, ndr), queste settanta vittime sono ancora immortali”.
Per Monti, ricordano i figli, il Comitato era “una grande famiglia e indirettamente nel quotidiano lo siete diventati anche per noi”. Un “legame nato da un fatto drammatico” ha finito per trasformarsi in salda amicizia e ricordo comune e commosso.
“Un grosso grazie di cuore- hanno concluso i due figli di Monti- al Comitato 26 Giugno 1959 e a tutti coloro che hanno mandato un messaggio, a chi è stato presente alla funzione, a chi ha voluto ricordarlo, grazie a tutti”. I figli concludono il ringraziamento al Comitato nella consapevolezza che “ora l’aviazione, la sua passione, e quel tragico giorno hanno entrambi a che fare con il volo e lui veglierà su di noi”.