Ascolto, dialogo messaggio finale del Consiglio episcopale permanente

Ascolto, dialogo, sguardo puntato verso le emergenze del mondo. Con un’ottica sempre più profondamente cristiana. Il messaggio finale del Consiglio episcopale permanente che si è svolto l’altro giorno con la guida del presidente ovvero l’arcivescovo Matteo Zuppi ha delineato priorità chiare.

I vescovi hanno messo l’accento sulla necessità che “la Chiesa sappia farsi prossima e sia capace di mettersi in ascolto oltrechè di dialogare con franchezza con i mondi della politica, della società e della cultura”. Non è mancato un pensiero di dolore e vicinanza per le vittime della tragedia della Marmolada “affidate all’abbraccio misericordioso del Padre” così come verso i missionari che, “come testimonia il sacrificio di suor Luisa Dell’Orto, spendono la loro vita per il Vangelo e i poveri in ogni angolo del mondo”. Pieno appoggio allo ius culturae visto come “strumento di inclusione”.

Non è mancato il rinnovo dell’appello affinchè si ponga fine al conflitto in Ucraina. L’attenzione dei lavori si è concentrata anche sul cammino sinodale e sul suo prezioso e indispensabile ruolo nel fare crescere la capacità di donarsi della Chiesa.

“Nel tracciato del Cammino sinodale – si legge nel documento elaborato dalla Cei alla fine dei lavori – le Chiese in Italia sono chiamate a mettersi in ascolto delle istanze del territorio ma anche ad affinare i dispositivi culturali per relazionarsi con il mondo politico e sociale così da diventare sempre di più luogo di dialogo e comprensione”. E questo con uno sguardo evangelico che deve essere in grado di “abbracciare anche la cultura , illuminando tutti gli ambiti che riguardano la persona”.

La questione ucraina è stata affrontata in modo particolare da monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei che nei giorni scorsi si è recato nel paese dilaniato dalla guerra con la Carovana della pace organizzata da Stopthewarnow. Nell’incontro è stato poi affrontato anche un aspetto organizzativo interno alla Cei concernente “la verifica delle strutture in vista di un migliore funzionamento e di una migliore partecipazione di tutti gli organismi”.

Monsignor Zuppi ha dal canto suo portato il proprio saluto. “Credo che le attese espresse all’inizio della presidenza ci coinvolgano tutti – ha dichiarato – ricordo con stima e riconoscenza tutti i predecessori, in particolare il cardinal Poletti che mi ha visto giovane prete nella sua chiesa di Roma, il cardinal Ruini, il cardinal Bagnasco e il cardinal Bassetti dal quale ereditiamo uno spirito di serena e appassionata fraternità”.

Il numero uno della Cei ha ricordato poi con “emozione e senso di riconoscenza e debito” suor Luisa Dell’Orto, uccisa a Port Au Prince in Haiti mentre operava con pieno spirito cristiano “in una terra segnata dalla povertà e dalla violenza”.

Il suo ricordo si è poi esteso a tutti i missionari. Dalle parole di monsignor Zuppi è arrivato ai vescovi l’invito a sapere leggere con attenzione e rinnovato impegno spirituale il messaggio emergente dall’attualità: “di fronte a questi segni dei tempi drammatici – ha detto- sentiamo la necessità di non fare mancare il nostro aiuto alla costruzione di una società più umana e giusta abitata dalla fraternità, ma per questo non basta solo esortare e deprecare, occorre invece contribuire positivamente con la riflessione, la cultura, la competenza e il coraggio evangelico”.

Tutto nell’ottica di un rinnovamento a cui “siamo chiamati” perchè, ha proseguito, “ce lo richiedono con urgenza e determinazione la sofferenza e la povertà della nostra gente, acuite dall’isolamento e da un tessuto di relazioni così lacerato”. Lacerato da molti fattori tra i quali ricorda “gli anziani, tutti i fragili, come i giovani che non escono di casa e le tante persone con problemi psichiatrici”. E ha ricordato infine come i poveri siano “sempre all’origine della vocazione della Chiesa”

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