«Invece di abbandonare la missione, Gesù celebra l’alleanza. Dichiara che non abbandonerà mai nessuno, che accetta il tradimento, la fuga, l’ottusa incomprensione e stringe alleanza con questa gente sbagliata. (…) Ecco dunque quello che ci rimane: l’eucaristia. (…) Continuiamo a celebrare l’eucaristia, sbagliati come siamo, perché ci trasformi, ci conformi a Gesù e noi, così sbagliati come siamo, possiamo, per grazia, diventare memoria di lui»: così si conclude l’omelia dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, pronunciata durante la Messa in Coena Domini, appena conclusasi in Duomo.
La celebrazione che apre il triduo pasquale è stata preceduta, dopo due anni di sospensione a causa dell’emergenza sanitaria, dal Rito della Lavanda dei piedi che ha coinvolto dodici rappresentanti dei Gruppi Barnaba, organismi istituiti lo scorso ottobre in vista della nascita, in ogni decanato della Diocesi, delle Assemblee sinodali decanali. I rappresentanti sono stati scelti tra i 12 decanati in cui è suddivisa la città di Milano, a sottolineare e ricordare la visita pastorale che l’Arcivescovo sta svolgendo in questi mesi nella metropoli.
Nella sua riflessione sulle letture, in particolare sull’episodio evangelico del rinnegamento di Pietro, l’Arcivescovo ha sottolineato che «anche a noi è capitato o capiterà di rinnegare la nostra relazione con Gesù. La presunzione è sconfitta da una paura minima, dal timore di risultare antipatici, di essere coinvolti nell’impopolarità di Gesù, d’essere riconosciuti come “uno di loro”, cioè gente di Chiesa, di questa Chiesa. Forse abbiamo buone ragioni per essere delusi di noi stessi. Ci rimane solo un pianto amaro?».
Anche se «le esperienze ci hanno indotto a non aver stima della gente, a ritenere irrimediabili le situazioni, a ritenere impraticabile ogni missione di evangelizzazione (…), lo scandalo che sconcerta tutti i discepoli è la decisione irrevocabile, amorevole, ostinata di Gesù di fare alleanza con questi discepoli sbagliati, con questi profeti ribelli, con queste comunità disastrate».
La Messa del Giovedì santo ha aperto le celebrazioni del Triduo pasquale, che proseguono con questo programma. Nella mattinata di domani mons. Delpini si recherà a Lecco, Seveso e Varese per consegnare gli Oli Santi – benedetti questa mattina durante la Messa crismale – ai Vicari episcopali di quelle zone.
Alle 14.30 si recherà al carcere di Opera per una Via Crucis con i detenuti, alcuni dei quali sono stati coinvolti nel progetto “Metamorfosi”, promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. Dieci barconi che negli scorsi mesi sono arrivati a Lampedusa sono stati trasportati nel carcere milanese e messi a disposizione del laboratorio di liuteria e falegnameria del penitenziario. I detenuti hanno lavorato per costruire viole, violoncelli e violini e con uno di questi strumenti un violinista professionista eseguirà un sottofondo musicale durante la lettura di una poesia. In seguito, l’Arcivescovo visiterà alcune aree del carcere e su una croce realizzata con legno recuperato dai barconi di Lampedusa saranno appese le preghiere che i carcerati hanno composto in questo tempo di Quaresima. L’evento è aperto ai giornalisti previa richiesta di accredito da inviare a cr.opera@giustizia.it, ma non sarà possibile effettuare fotografie o riprese video.
Sabato in Duomo mons. Delpini alle 8.15 presiederà Ufficio delle Letture, Lodi Mattutine e Ora Terza e alle 21 celebrerà la Veglia Pasquale di Resurrezione con la celebrazione dei sacramenti di iniziazione cristiana. Durante la Veglia in Duomo 10 catecumeni adulti riceveranno il battesimo. Altri 55 riceveranno i sacramenti nelle proprie parrocchie.