Il beato Carlo I d’Asburgo esempio di leader rispettoso dei propri amministrati

Oggi la Chiesa ricorda il beato Carlo I d’Asburgo, imperatore d’Austria e Re apostolico d’Ungheria, nato a Persenburg, Austria, il 17 Agosto 1887 e morto a Funchal, Madeira, Portogallo, l’1 Aprile 1922.

Come si legge in “Santi e beati” «Karl Franz Josef von Habsburg-Lothringen (nell’immagine da “Santi e beati”), figlio primogenito dell’arciduca Ottone d’Austria, nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma, dalla quale ebbe otto figli. “Sub tuum presidium” venne inciso sulle loro fedi nuziali.

Carlo divenne erede al trono in seguito all’assassinio nel 1914 dello zio Francesco Ferdinando. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, gli succedette automaticamente quale Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria: era il 21 Novembre 1916. Fece per l’occasione questo proposito: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”.

Questo compito fu concepito dal giovane Carlo quale via per seguire Cristo e farsi santo, nell’amore per i popoli a lui affidati, nella cura del loro bene e nel dono della sua vita per loro. Sostenette la posizione del Papa Benedetto XV contrario all’ “inutile strage”.

In seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale volle presenziare al solenne Te Deum alla vigilia del capodanno 1919. Gli chiesero perché volesse ringraziare il Signore nell’anno in cui perse tutto ed egli rispose: “L’importante è che i popoli abbiano ritrovato la pace” e per questo occorreva ringraziare Dio.

Fu poi esiliato con la sua famiglia nell’isola portoghese di Madeira. La sua salute andò peggiorando. Zita raccolse una per una le ultime parole del suo sposo: “Ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto”. “Io devo ancora soffrire tanto affinché i miei popoli si ritrovino ancora tra loro”.

Il giorno della sua morte Carlo volle avere vicino il figlio Otto: “Desidero che veda come muore un cattolico”. Il sacerdote espose l’Eucaristia nella stanzetta e Carlo esclamò: “Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu”.

Nel proclamare Beato l’ultimo imperatore, il 3 Ottobre 2004, Giovanni Paolo II disse che questi doveva rappresentare “un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”. La sua memoria liturgica è celebrata oggi 21 Ottobre nell’anniversario del matrimonio con la Serva di Dio Zita».

Carlo I d’Asburgo è l’esatto contrario dei leader guerrafondai che oggi guidano l’Europa e del segretario della Nato che smania per ampliare il conflitto tra Ucraina e Russia.

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