Si chiama “Instrumentum laboris” (strumento di fatica) e rappresenta un alleato prezioso nel cammino sinodale che le Chiese sono chiamate a compiere. Lo afferma con chiarezza l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi secondo il quale il documento è “uno stimolo a proseguire con rinnovato vigore vivendo quelle tre dimensioni dell’umanesimo cristiano che il Papa ci ha indicato a Firenze, umiltà, disinteresse e beatitudine”.
Mario Grech, segretario generale della segreteria generale del SInodo, ha tenuto a sottolineare che “Instrumentum laboris non è un documento della Santa Sede ma della Chiesa tutta, non scritto sulla scrivania, ma di cui tutti sono coautori, ciascuno per la parte che è chiamato a svolgere nella Chiesa, nella docilità allo Spirito, non una sistematizzzione teorica della sinodalità , ma il frutto di un’esperienzadi Chiesa , di un cammino nel quale tutti abbiamo imparato di più per il fatto di camminare insieme e interrogarci sul senso di quest’esperienza”.