Giovedì 11 agosto alle ore 17 presso Villa Porta di Colmegna di Luino, in collaborazione con l’associazione culturale Amici delle Sempiterne presieduta da Simona Fontana, si terrà il vernissage della mostra di Marika Laganà; solo per questa occasione verranno allestite delle tavole con le splendide ceramiche africane selezionate da Milva Costantini.
Il socio onorario delle Sempiterne Massimo Duroni, Synaesthetic Professor al Politecnico di Milano e interior designer introdurrà l’opening.
“Il lago con la sua placida calma ci induce a sognare, a viaggiare con la mente, in una pausa, una stasi come quanto ci è accaduto negli anni trascorsi. Ora ci stiamo risvegliando da quel viaggio dell’anima che abbiamo vissuto e siamo rinati” – commenta Simona Fontana Presidente dell’Associazione Culturale Amici delle Sempiterne.
Ed ecco che l’architetto Massimo Duroni, Professore al Politecnico di Milano ci riporta alla tematica del risveglio, questo viaggio nell’onirico sul lago.
“Il sogno è la nostra valvola di sfogo dal quotidiano, è il possibile nell’impossibile è l’evoluzione del nostro io interiore in un altro stato dell’immateriale. L’arte a volte ci avvicina a questa dimensione e nella nostra proposta espositiva metteremo a confronto due realtà molto differenti tra loro, accomunate dalle forza delle cromie, dall’energia vitale e dall’esplosione evocativa tipica dei sogni.
Materiali storicamente agli antipodi, la resina e la terra che si esprimono nell’introspezione dei quadri in contrapposizione all’esplosione materica dei vasi. Tutto ciò che scopriamo nel mezzo si chiama sogno”.
Marika Laganà, figlia del celebre Matteo che ritrae la Milano d’antan, condivide con la famiglia l’atelier nel cuore di Milano, di fronte al lavatoio del celebre Vicolo dei Lavandai. Attualmente in mostra alla collettiva “Sinfonie di colori” al Miramare the Palace di Sanremo, propone le sue resine in una realtà preziosa come la Villa Porta.
Il suo percorso ispirato dall’amore per la natura, si sviluppa nel tempo, con ispirazioni nate dai viaggi lontani, specialmente in Africa, di cui ama le cromie e gli animali della giungla.
Questa spontanea protezione per queste creature viventi la accomuna a Milva Costantini che ha selezionato alcune ceramiche africane raffiguranti anche specie in via d’estinzione.
Milva Costantini ha selezionato alcune opere di ceramica africana, ha viaggiato e vissuto in Africa. Donna dalla personalità eclettica, sottolinea come la preziosità di questi artworks stia nel fatto che spesso rappresentino creature in via di estinzione come il pangolino. Le ceramiche scelte da Milva Costantini sono ispirate ad un naturalista del 700. Le cromie sono realizzate con le nuance della terra con tecniche molto particolari.
Flora e fauna ci riportano ad una natura incontaminata, il perrocchetto multicolore, i fiori amaranto, le deliziose giraffe maculate, sanno delle libertà ignote di quelle popolazioni. Alcuni tra i pezzi scelti sono stati esposti in mostre importanti, come il vasi preziosi inseriti a Venezia ad Homo Faber, nella Tea Room, un evento organizzato dalla Michelangelo Foundation.
Le tecniche di pittura si differenziano anche in un solo pezzo e sono magiche le emozioni evocate come le famiglie di elefanti, le zebre, il coccodrillo. I riders raccontano la visione della migrazione dall’Africa Centrale a quella del Sud e cui di sovente un ombrellino accompagna un animale.
Le preziose ceramiche africane selezionate da Milva Costantini
Tutto inizia con un pezzo di argilla proveniente da una cava sotto gli antichi terreni di Gauteng, in Sud Africa.Le vernici utilizzate sono vernici speciali per sottosmalto, scelte per il modo in cui il processo di cottura in forno ne esalta la vivacità.Ogni pezzo è opera di due o tre artisti che hanno lavorato a stretto contatto per lungo tempo ed hanno sviluppato una comprensione istintiva della reciproca visione creativa.Viene utilizzato un processo di cottura a tre forni per ottenere l’aspetto caratteristico di ogni pezzo. La prima persona a lavorare il pezzo è il “lanciatore” che crea la forma di base, ad esempio, del vaso attraverso l’interazione delle dita sull’argilla bagnata. Lo scultore aggiunge i particolari come becchi, tronchi, code etc.
Una volta aggiunti tutti i dettagli segue il processo di asciugatura all’aria, questo può richiedere da pochi giorni a diverse settimane, a seconda delle dimensioni del pezzo e deve essere molto accurato per evitare il rischio di rotture in futuro. Nel primo forno i pezzi di ceramica vengono cotti a circa 1000°C.Questo crea l’effetto “Bisque”: la trasformazione del colore grigio originale ad una superfice bianca simile ad una conchiglia. Una volta che il vaso si è raffreddato è pronto per essere dipinto. Nel secondo forno troviamo il “fuoco caldo” che fissa le vernici sottosmaltate sulla superfice del vaso.
Una volta raffreddato il vaso viene immerso in un bagno di smalto liquido bianco per esaltare i colori della pittura. Lo smalto può essere applicato sull’intero pezzo o selettivamente per produrre aree smaltate e non smaltate contrastanti. Nel terzo forno il vaso smaltato viene nuovamente cotto questa volta ad una temperatura di circa 1100°C la più calda delle tre cotture.Una volta raffreddato il vaso è finito.