Il 6 Marzo e il 6 Aprile, al Teatro di piazza Repubblica di Varese, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Varese propone due nuovi spettacoli che si aggiungono alla stagione di prosa in corso di svolgimento, ospitando due regine del teatro e del cinema italiano.
Si comincia il 6 Marzo con Milena Vukotic protagonista, con Pino Micol e Gianluca Ferrato, di COSÌ È (se vi pare) di Luigi Pirandello con la rilettura registica di Geppy Gleijeses.
Forse il più audace e originale testo del premio Nobel, l’opera è incentrata su uno dei temi più forti della visione pirandelliana del mondo: l’inconoscibilità del reale, a cui ognuno può dare una propria interpretazione ed una propria verità che possono non coincidere con quelle degli altri.
Milena Vukotic, qui nel ruolo della suocera, è tra i volti più importanti del nostro cinema: attraverso le saghe di “Fantozzi” e di “Un Medico in Famiglia” l’attrice è infatti entrata nelle case di milioni di italiani.
Sono circa cento i film realizzati in carriera e tantissimi riconoscimenti, tra cui un Nastro d’Argento nel 1994. Lo spettacolo arriva a Varese prima ancora di fare tappa a Milano, dove andrà in scena probabilmente l’anno prossimo.
Direttamente dagli schermi di Rai 1, dove dal 13 Febbraio sarà protagonista della nuovissima serie tv Fiori sopra l’inferno, tratta dal romanzo di Ilaria Tuti (Longanesi), ad aprile arriva in città Elena Sofia Ricci, altro volto tra i più noti
ed apprezzati del nostro Paese, sia sul grande che sul piccolo schermo, vincitrice di innumerevoli premi tra cui tre David di Donatello e tre Nastri d’argento.
L’attrice sarà a Varese il 6 Aprile con “La dolce alla della giovinezza” di Tennessee Williams, spettacolo che sta portando in tour in tutta Italia, dopo aver smesso, con grande delusione dei fan, i panni di Suor Angela in Che Dio ci aiuti.
Ne “La dolce alla della giovinezza” interpreta un personaggio al limite del delirio, sul bordo dell’abisso, eppure seducente, graffiante e profondo nella tragedia di una donna sul viale del tramonto, capace di trascinare il pubblico in un universo interiore nel quale, sebbene al limite della follia, si possono ritrovare temi ancestrali e fondamentali per tutti.