Agricoltura, sviluppare il biogas per dare una spinta alla transizione green

Per sviluppare concretamente le energie rinnovabili e concorrere concretamente a contrastare il cambiamento climatico occorre investire per realizzare nuove produzioni come il biometano agricolo Made in Italy “dalla stalla alla strada” per raggiungere l’obiettivo di immettere nella rete 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dal servizio studi del Parlamento Ue sul costo di oltre mille miliardi di euro all’anno in caso di fallimento della transizione energetica in Europa.

In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico e ci sono forti potenzialità per il territorio della provincia prealpina. Infatti partendo dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – sottolinea Coldiretti Varese – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green. Gli impianti di biogas in Italia oggi producono 1,7 miliardi di metri cubi di biometano ma è possibile arrivare entro il 2030 a 6,5 miliardi con la trasformazione del 65% dei reflui degli allevamenti.

“E’ un contributo alla transizione green in campo energetico che serve anche a contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese su bollette e carburanti che – spiega il presidente Fernando Fiori – rischiano di scatenare una tempesta perfetta per le tasche degli italiani in un Paese dove l’85% delle merci viaggia su strada e i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% su prodotti freschi per frutta e verdura”, come pure conferma un’analisi della Coldiretti su dati Ismea.

I rincari energetici si trasferiscono – sottolinea la Coldiretti provinciale – sui costi di produzione nella catena del cibo come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. 

In questo contesto – afferma la Coldiretti – servono interventi strutturali per dotare il paese di una riserva energetica sostenibile puntando sulla filiera del biometano nel quale l’agricoltura italiana è all’avanguardia e che può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni per salvare il clima. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) – conclude la Coldiretti – rappresenta in questo senso un’opportunità importantissima per il pieno sviluppo del potenziale offerto del settore del biometano agricolo con l’obiettivo di arrivare alla produzione del 10% di gas rinnovabili nella rete del gas nazionale.

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