Nel Varesotto quasi 1000 imprese florovivaistiche, con un indotto da cui dipendono migliaia di famiglie.
Gli effetti dell’emergenza Coronavirus colpisce anche la floricoltura del Varesotto: si tratta di un contraccolpo temuto che rischia di generare effetti pesanti per il tessuto agricolo ed economico della provincia prealpina.
“La cartina di tornasole si è avuta con le ultime festività di Ognissanti, con un crollo nelle vendite di crisantemi e composizioni che oscilla in media tra il 30% e il 35% in meno rispetto allo scorso anno, con punte anche superiori fino al 50%, distribuite sia nel comparto produttivo che in quello della vendita” rileva il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. ù
“La richiesta è calata anche perché la gente si è trovata disorientata di fronte al susseguirsi di norme e chiusure: c’è chi addirittura pensava che i cimiteri fossero chiusi e chi, comprensibilmente, ha preferito restare a casa, impaurito dalla possibilità di un affollamento. Nella quasi totalità dei casi, comunque, gli accessi erano controllati e contingentati, quindi ancor più in sicurezza”.
L’impatto dell’emergenza coronavirus sulle vendite di fiori nei giorni delle festività di inizio novembre ha colpito in generale la Lombardia e si è reso evidente proprio nelle province settentrionali, dove la vocazione floricola è ancor più marcata: il Varesotto conta quasi mille imprese impegnate nel comparto florovivaistico da cui dipendono, considerando l’indotto, migliaia di famiglie.
Il dato emerge da una rilevazione di Coldiretti Varese sui florovivaisti associati. C’è chi, vista l’incertezza della situazione che stiamo attraversando, ha deciso di limitare la produzione in partenza riuscendo poi a vendere tutti i fiori a disposizione nel weekend tradizionalmente dedicato a Ognissanti e defunti.
Chi, invece, si è ritrovato con prodotto invenduto in diversi casi è stato costretto anche a buttare i fiori in particolare i crisantemi che, comunque, dopo le festività di Ognissanti sono molto meno richiesti dal mercato.
“Ora si guarda con apprensione alle settimane in vista delle festività di dicembre: un’ulteriore “stretta” nelle misure anti contagio potrebbe pregiudicare il mercato delle stelle natalizie, con effetti drammatici per il comparto florovivaistico, già piegato duramente dalla scorsa primavera: mantenere attivi i canali di vendita, come lo sono tuttora, è una condizione essenziale per evitare il collasso del comparto” conclude il presidente Fiori.