Presentato, oggi, martedì 4 aprile, in conferenza stampa a Milano il progetto ‘Combi Mais 10.0’, un innovativo protocollo nato durante Expo 2015 che si propone di trovare soluzioni per una coltivazione sempre più sostenibile, con risparmio di acqua e di emissioni e per proteggere la qualità di una materia prima fondamentale per le produzioni DOP lombarde e italiane.
“Un progetto – commenta l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi – che mette al centro il mais, coltura strategica per la nostra agricoltura in quanto pilastro del settore zootecnico. In Lombardia, infatti, si registra il 23% della superficie nazionale coltivata e il 25% della prodizione, ma gli effetti del cambiamento climatico mettendo a rischio la sua coltivazione. Basti pensare che, nel 2012, l’Italia produceva il 75% del mais per il suo fabbisogno e, oggi, il dato è passato al 41%. Ecco perché abbiamo sempre più bisogno di buone pratiche come quella proposta oggi”.
Il progetto vede la partecipazione di importanti partner, leader nei campi della ricerca in agricoltura, nelle macchine e attrezzature per la lavorazione nei campi, nella ricerca sugli ibridi di mais, per le soluzioni innovative per l’irrigazione e le lavorazioni di precisione. Il coordinamento agronomico è affidato al dottor Leonardo Bertolani e tutti gli step delle attività alla regia del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Torino, guidato dal professor Amedeo Reyneri.
“Il cambiamento climatico ormai diventato una consuetudine – commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri, ideatore di Combi Mais – impone un Combi Mais ancora più forte nel campo della ricerca e innovazione, con l’obiettivo di rispondere alla richiesta di produzione, qualità e sostenibilità per il sistema agricolo del nostro Paese”.
“Regione Lombardia – conclude l’assessore Beduschi – sostiene l’innovazione come fattore di competitività per le aziende, che supportiamo perché possano coniugare con sempre maggiore efficacia la sostenibilità con la qualità dei prodotti. Non a caso, con il complemento regionale per lo sviluppo rurale del Piano strategico nazionale della Pac ben 383 milioni saranno destinati a investimenti per l’innovazione”.