Rincari fuori controllo e mancanza di liquidità in pericolo il futuro dell’agricoltura

E’ ormai un effetto a catena che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole con una grave crisi di liquidità che ovviamente incide sugli investimenti.

“Più di 1 azienda agricola su 10 – afferma Coldiretti Varese attraverso il presidente Fernando Fiori – è in una situazione così critica che, perdurando, porterebbe alla cessazione dell’attività e molte si trovano comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi”.

I dati Istat, resi noti in questi giorni – sui prezzi alla produzione dell’industria – rileva la Coldiretti provinciale – balzano del 32,8% a febbraio fortemente influenzati dai rincari dell’energia. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15mila euro in media ma con punte, paradossalmente, ancora più elevate per le aziende strutturate.

Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti sono le nostre stalle, oltre alle coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che sono indispensabili a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori – segmento vitale per l’economia agricola e l’indotto nel Varesotto – ma anche verdura e ortaggi seguiti che registrano incrementi dei costi che rischiano, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari.

“Troppo spesso il nostro Paese è costretto ad importare materie prime agricole – continua Fiori – a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati indotti a ridurre se non annullare la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni”.

La Coldiretti insiste molto per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma occorre pensare a futuro, allargando gli ettari da coltivare in particolare a grano e mais. Per aumentare produzione e le rese dei terreni, “serve anche contrastare seriamente sia l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica in particolare nelle nostre Università spingendo sull’innovazione tecnologica”.

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