Pubblichiamo interessante novità divulgata da “Radio Capodistria e Angd Trieste” che ringraziamo per la gentile concessione, sul tema “Bilinguismo a Pola”
Importante passo nell’ attuazione del bilinguismo a Pola. Il sindaco Filip Zoričić ha firmato recentemente la delibera sull’ uso della lingua italiana parlata e scritta negli enti e società commerciali fondati dalla municipalità.
«Un passo importante nell’ attuazione dei diritti minoritari, una misura volta al mantenimento e alla valorizzazione della lingua italiana nell’ amministrazione pubblica ma anche nella sfera sociale”. Il vicesindaco italiano di Pola Bruno Cergnul illustra così la delibera municipale sull’ uso della lingua italiana parlata e scritta nell’ esercizio e attività delle società commerciali e degli enti fondati o proprietà della Città di Pola.” Il documento che il sindaco Filip Zoričić ha firmato a fine luglio è entrato in vigore due settimane fa” ci spiega Cergnul e non nascondendo la propria soddisfazione racconta: “L’ allarme è scattato in seguito alla ricerca sul bilinguismo nei comuni e città bilingui della penisola, commissionata dal Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana e dove è emerso chiaramente che Pola è il fanalino di coda in quanto ad attuazione del bilinguismo, specie quello visivo. Perciò era necessario intervenire per bloccare questa tendenza”.
La delibera stabilisce la denominazione bilingue delle società ed enti cittadini, la traduzione in lingua italiana di tutta la modulistica amministrativa, degli inviti, avvisi, certificati, la divulgazione -in entrambi le lingue- delle comunicazioni informative e promozionali – pubblicitarie. E se agli appartenenti viene garantito il diritto di usare liberamente la lingua italiana nella vita sociale e pubblica nonché’ nella comunicazione ufficiale con l’amministrazione locale, gli enti e le società sono tenuti ad avere tra il proprio personale o un traduttore o un numero adeguato di dipendenti che parlano l’italiano. “Una svolta che abbiamo atteso da tanto tempo”, dice Cergnul spiegando che alla base della delibera c’ è il diritto – per gli italiani- di usare la madrelingua e soprattutto di essere capiti nell’ espletamento delle pratiche che devono sbrigare. “Se entrando in un ufficio diciamo “buongiorno” ci qualifichiamo come italiani e la controporta saprà come procedere per facilitarci il compito ed ottenere le dovute informazioni nella nostra lingua” sottolinea il vicesindaco e conclude: “Perciò, ora, siamo noi cittadini di Pola a dover fare il passo successivo ed attuare le disposizioni del documento, il che significa che dobbiamo usare l’italiano. Questo è un nostro dovere». (Da Anvgd Trieste – Fonte Radio Capodistria)