Le composizioni di Suppé dalla Dalmazia a Vienna passando per Trieste

Fonte: Comune di Trieste

«Franz von Suppé: la sua permanenza a Trieste, le sue composizioni dalla Dalmazia a Vienna» è il titolo della conversazione di Rossana Poletti in calendario lunedì 16 gennaio alle ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», a cura di Stefano Bianchi, presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich, nel segno della collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” e la Sezione Friuli Venezia Giulia dell’Associazione Italia-Austria.

Considerato il padre dell’operetta viennese, Suppé era in verità un italiano, anzi un dalmata di lingua veneta. Francesco Ezechiele Ermenegildo Suppé – Demelli nacque a Spalato nel 1819, da madre austriaca e padre di lontane origini belghe. Visse la sua infanzia a Zara per poi trasferirsi a studiare a Padova.

Sin da giovanissimo la sua grande passione fu la musica. La sua prima composizione fu eseguita nel 1832 in una chiesa francescana di Zara, la «Missa dalmatica». Ebbe poi una lunga e proficua carriera che lo vedrà a Vienna fondatore dell’operetta viennese. Il padre l’aveva costretto a studiare legge, il giovanissimo Suppé comunque non mancava di scappare appena possibile a Milano, al Teatro alla Scala per assistere alle opere dei grandi compositori italiani, da Rossini e Donizetti, di cui era lontano parente, all’emergente Verdi.

Da giovane fu Dulcamara nell’«Elisir d’amore» di Donizetti, un ruolo da basso lui che era un tenore. Coetaneo di Offenbach, l’uomo che inventò in Francia l’operetta, seguì le sue orme e anzi lo sfidò nei titoli: alla «Bella Elena» contrappose ironicamente la «Bella Galatea». Sempre innamorato dell’Italia e ad essa legato, compose «Boccaccio», un omaggio al poeta, alla Toscana e alla lingua del nascente Paese.

Eppure fu il padre dell’operetta viennese, anche se perfezionò il tedesco quando, morto il padre, la madre volle trasferire la famiglia a Vienna; qui si manteneva dando lezioni d’italiano. Sua la «Cavalleria leggera» che lasciava intravvedere una certa satira al sistema militare e per questo fu censurata. Suppé era un uomo tranquillo, dedito al buon cibo e al buon bere, a Trieste frequentava la famosa Osteria al Pappagallo, ritrovo di artisti cittadini. Morì a Vienna nel 1895, dopo aver dato vita a una trentina di operette e molte altre composizioni.

Il contesto storico della Dalmazia e di Trieste, sotto il controllo dell’Impero Austro-ungarico, la nascente Italia, il confronto con i compositori suoi coetanei, aneddoti, la vita di Franz von Suppé, le sue musiche saranno al centro del racconto di Rossana Poletti, da vent’anni impegnata nell’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste per far rivivere il genere musicale, che mandò Trieste in mondovisione. Organizzatrice di eventi, giornalista e critico teatrale Rossana Poletti sarà affiancata da Andrea Binetti che proporrà e commenterà brani musicali del celebre compositore dalmata.

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