L’esodo notturno della fiumana Elda Spogliarich

“Si abitava in via Buonarroti a Fiume – ha detto Elda Spogliarich – è stato molto brutto partire, nel 1948, durante la notte in silenzio lungo quella discesa che pareva non finire più, fino alla stazione dei treni“.

Già, gli italiani dovevano andarsene di notte, così la gente non vedeva l’esodo. Chi c’era con lei?

“C’erano i miei familiari – è la risposta – col papà Francesco, la mamma Brigida Superina e mia sorella Luciana, l’atmosfera era molto triste e in treno ci hanno persino spento le luci, pensare che Fiume era una città mitteleuropea, aperta a varie iniziative culturali e siamo finiti nelle baracche tra i sassi dell’Arno. Siamo poi passati per Trieste, al Campo profughi del Silos e al Centro smistamento profughi di Udine, dove ho dormito male, senza le lenzuola, letti a castello, in seguito ci destinarono a Laterina, nella provincia di Arezzo, in un Centro raccolta profughi (Crp) in mezzo al nulla“.

Come siete arrivati al Crp di Laterina [foto di copertina. NDR] e com’era la vita in baracca?

“Ero una bambina, non ricordo molto, in famiglia si diceva che c’era un gran trambusto – ha detto Elda Spogliarich – e che ci portarono su un camion, la vita in baracca era assai penosa, fortuna che con noi c’erano delle famiglie amiche, come i Marini, con questi cari conoscenti abbiamo condiviso i nostri sentimenti“.

Com’erano i rapporti con i Laterinesi?

“Ripeto, io ero piccola – ha replicato – ma i miei genitori e gli altri fiumani e istriani dicevano che quelli del posto non ci potevano vedere, per loro eravamo dei fascisti, inizialmente la situazione era critica, ma col tempo, quando hanno avuto modo di conoscerci, è decisamente migliorata. Pensi che mio padre Francesco, stanco della guerra, è stato prigioniero in un Campo di concentramento nazista, dal quale è riuscito a scappare, ha persino ricevuto un riconoscimento in quanto antifascista“.

Quanto tempo vi siete fermati al Crp di Laterina?

“A Laterina siamo stati neanche un anno – ha detto la signora Spogliarich – perché mio papà ha avuto un posto di lavoro in Provincia ad Arezzo, ma voleva una città di mare, ricordo che aveva chiesto Trieste, Genova, Livorno, ha accettato perché era stanco della guerra, del Campo di concentramento e dell’esodo, così ci siamo sistemati ad Arezzo e io mi sono sposata con Emilio Trojanis, nato e vissuto a Zara, mentre la sua famiglia credo fosse originaria di Lesina (Hvar, in croato). Mio marito non è stato esule, in quanto il padre era stato trasferito molti anni prima della guerra, come impiegato delle poste, ad Arezzo. Io a Laterina ho frequentato la classe quarta in Campo profughi, ma era difficile è stato un grande disagio. Ricordo certe mie brave amiche istriane e dalmate, come la Felicia, o Alice Varesco, Iole Anzil e la Crampar che con me hanno frequentato l’Istituto ‘Vasari’ di Arezzo, città nella quale mi sono inserita benissimo“.

È mai ritornata a Fiume?

“Sempre – ha ribattuto la testimone – nei primi tempi era pericoloso, durante gli anni sessanta, poi le acque si sono calmate. Per quanto riguarda i miei viaggi a Fiume, preciso che anche se alcuni ritenevano fosse pericoloso, personalmente non ho mai avuto problemi e ho sempre trovato ospitalità. Ci sono stata anche di recente perché ho dei cari amici dalmati. Poi io avevo frequentato le scuole elementari a Fiume, ho una mia pagella con la scritta: Morte al fascismo. Libertà ai popoli“.

Ha un ricordo veramente brutto dell’esodo?

“Quella discesa in via Buonarroti, tutti zitti – è la replica finale – quando si partì da Fiume in piena notte, eravamo pieni di paura. Poi devo dire che i miei genitori nell’esodo non si sono mai più adattati“.

Ultima considerazione – La signora Elda Spogliarich ha parenti esuli in varie parti d’Italia. Il nome degli Spogliarich, com’è accaduto per molti altri esuli fermatisi in Crp solo per alcuni mesi, non compare nell’Elenco alfabetico profughi giuliani, tenuto dal Comune di Laterina, maturando 4.693 registrazioni dal 1949 al 1961. Ancora una volta si dimostra che i documenti manoscritti, come l’Elenco citato, talvolta, non sono esaustivi. Non contengono, cioè, tutti i dati possibili. L’Elenco di cui sopra non ci fornisce la cifra reale dei transiti totali al Crp di Laterina, che ammontano, come scoperto nel 2021 da più studiosi, a oltre 10 mila persone, in base ai dati dell’Archivio di Stato di Arezzo. Vien da pensare che gli Spogliarich fossero invisibili.

Fonte orale

– Elda Spogliarich, Fiume 1939, int. al telefono del giorno 8 novembre 2022 a cura di Elio Varutti, con contatti preparatori di Claudio Ausilio ed e-mail allo scrivente del 10 novembre e 10 dicembre 2022.

Archivi consultati – Premesso che potrebbero esserci alcuni errori materiali di scrittura, ecco i materiali della ricerca presente, che sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo: – Elenco alfabetico profughi giuliani, Archivio del Comune di Laterina, 1949-1961.

Cenni di bibliografia e sitologia

– P.C.H., “Laterina, quelle lontane memorie del campo profughi”, «Difesa Adriatica», n. 10, ottobre 2013, pp. 6-7.

– Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.

– Elio Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. La 2.a ediz. è nel web dal mese di aprile 2018 col medesimo titolo.

– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. Disponibile anche in formato e-book dal 2022.—

Note – Progetto e attività di ricerca di: Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo. Testi a cura di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Marco Birin e E. Varutti. Lettori: Elda Spogliarich, Claudio Ausilio, Sergio Satti (ANVGD di Udine) e il professor Enrico Modotti.

Copertina: Centro raccolta profughi di Laterina, 15 maggio 1953. Collezione Carlo Varesco. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

Fonte: Varutti Elio3 – 12/12/2022

didascalia: cartolina di Fiume, Via Buonarroti, 1942 – Anvgd Udine

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