di Claudio Fragiacomo
Commento alla conferenza di Kristjan su Pirano, tenutasi il 18 Maggio, e sul Conte Rota, conferenza a cui l’entusiastica e appassionata esposizione di Kristjan ha dato una colorazione particolare.
Il relatore di questa conferenza è lo storico Dott. Kristjan Knez, capodistriano, ma così legato alla città di Tartini, tanto da fondare nel 2004 una “ Società di Studi Storici e Geografici ”, avente sede proprio a Pirano. E questa seconda circostanza è stata per me motivo di grande soddisfazione e di grande orgoglio personale.
Perché quando senti parlare Kristjan senti parlare l’entusiasta del proprio lavoro, di una professione che oltre a studio e competenza richiede trasporto empatico verso la storia ed i personaggi che in quella regione sono vissuti, in grado di ricrearne l’atmosfera e di farcela rivivere.
Ritorno ad alcuni fatti personali.
Ho frequentato la scuola elementare a Trieste, scuola situata in Via Pietro Kandler, senza sapere per lunghi, troppo lunghi anni, chi fosse Pietro Kandler: compariva solo sulla targa una riga per definire che si trattava di una persona, di una certa professione, vissuto in un determinato periodo.
Chiaramente troppo poco…
Ma ho dovuto attendere gli ampli accenni che il relatore gli ha dedicato per farmene un’idea più concreta.
La Società di Studi Storici e Geografici di Pirano ha esordito nella sua attività con un convegno dedicato proprio a Pietro Kandler, rivolgendo l’attenzione verso un personaggio erudito, profondamente legato alla cultura triestina e istriana, iniziatore di un nuovo approccio alla storia della nostra regione, basata sulla consultazione attenta e profonda delle fonti e degli archivi.
La metodologia usata da Kandler è stata ripresa ed “ assorbita “ da Stefano Rota, che ha provveduto alla catalogazione dei documenti dell’Archivio Municipale di Pirano, alla loro conservazione, permettendone la salvaguardia. Questo avveniva contemporaneamente alla costituzione della omonima Biblioteca.
Dell’attenzione che le autorità cittadine dell’epoca hanno dedicato alla conservazione della memoria e di un glorioso passato sono particolarmente fiero: ritengo sia un segno di profonda coscienza civica che è presupposto del sorgere di una coscienza nazionale.
Un’altra circostanza su cui riflettere è l’ origine del casato “Rota”, proveniente dal bergamasco, arrivato in Istria nel ‘500, a dimostrazione del solido legame che univa la nostra piccola penisola alle vicende italiane, per cui il territorio istriano, quale parte essenziale del Dominio Veneziano (Provincia dell’Istria) costituiva un “unicum” con altre parti del territorio italiano.
Peraltro, lo spirito della conferenza era quello di non considerare i confini di nazione e quelli linguistici, ma di ricercare ciò che univa persone di provenienza e di culture diverse.
Del resto l’escludere i confini di ogni tipo nella ricerca storica è uno dei presupposti fondativi della Società di Studi Storici e Geografici, contenuto anche nel suo statuto. Il secondo pilastro su cui si regge la Società, è quello di orientare ogni attività in modo da costruire una storia europea, perché la storia dell’Alto Adriatico costituisce un momento di Storia Europea.
Una notazione importante:
è in quest’ambito che intende svilupparsi la nostra iniziativa delle conferenze settimanali, esaminando nei tasselli di storia nazionale parallelismi con altrettanti tasselli di storia europea.
Il relatore, nell’ambito della sua esposizione, ha preannunciato il progetto di ricerca a cui partecipano diversi partner, e che trova alimento finanziario da contributi della Regione Veneto. E’ in preparazione una mostra convegno, che, partendo dalla cittadina istriana di Pirano, toccherà anche la città di Padova, tradizionale partner della Società di Studi Storici di Pirano, coinvolgendo il Comitato Provinciale ANVGD. Avrà la luce in autunno 2023, essendo già in gran parte in fase di ultimazione. Si articolerà in due segmenti:
-Testimonianze di venezianità all’Archivio Municipale di Pirano
-La figura del suo curatore Stefano Rota.
La città di partenza sarà Pirano, ma poi la mostra ed il convegno verranno portati a Padova, poi a Venezia, per concludersi nella cittadina istriana di Momiano.
E perché Momiano?
I Rota, partendo da Pirano, si erano trasferiti con un ramo della famiglia anche sul territorio di Momiano, acquisendo il castello di cui ora rimangono solo alcune vestigia, da noi (da Anna Maria e da me) visitate alcuni anni fa, riportando un’impressione di parziale abbandono. Ma Momiano, al di là della festa della Malvasia istriana, si distingue per iniziative di notevole spessore culturale.
La dettagliata relazione dello storico Knez ha raccontato la figura, la vita e l’impegno del Conte Stefano Rota, soffermandosi sulla ricchezza dell’archivio di Pirano, dovuta alla tenacia del Conte. L’abbondanza di documenti è strettamente legata a Rota, senza la cui opera di curatore l’archivio non avrebbe l’importanza che ha oggi nell’ambito del territorio istriano.