Marco Bentivogli autore dell’opera “Il lavoro che ci salverà” edito da San Paolo (244 pp, 20,00 euro) ha svolto diversi lavori tra cui il sindacalista nel settore metalmeccanico, oggi, si definisce un “workitect” (architetto del lavoro).
Un uomo che ha avuto la fortuna di vedere il lavoro da tanti punti di vista. Da circa un anno è un lavoratore autonomo e da sua ammissione ha perso i pregiudizi che attorniano il mondo dei lavoratori autonomi, che giorno dopo giorno, con impegno ed intraprendenza costruiscono il proprio reddito. Questo libro è una riflessione su ciò che significa il lavoro, una delle fondamentali esperienze di vita di ognuno di noi.
L’autore racconta il lavoro partendo dai lavoratori come gli operai che consideravano la tuta blu come un segno identitario, rappresentava dignità e motivo di orgoglio, così come il lavoro manuale dei medici, infermieri, Forse dell’Ordine e Protezione Civile forze importanti nel momento della pandemia così come il settore manifatturiero che ha retto le sorti economiche del Paese in questi due anni difficili.
Bentivogli parla delle innovazioni che il lavoro ha subito in breve tempo come l’introduzione dello “smart-working”, una sfida verso la costruzione di un lavoro che porterà ad una vita migliore, diventato ormai una necessità urgente.
Quest’opera è la raccolta di riflessioni dell’autore che afferma che il mondo del lavoro è di fronte a tre grandi trasformazioni in ambito digitale, climatico-ambientale e demografico.
Il cambiamento ci pone davanti tanti interrogativi sulla dignità dell’uomo ma porta anche a tante nuove opportunità economiche.
La nuova trasformazione del mondo del lavoro da un lato porterà a ruoli che richiedono maggiore professionalità, ma dall’altro provocherà perdite di occupazione nelle mansioni routinarie come il lavoro impiegatizio.
Un libro a 360 gradi che analizza i cambiamenti che dovranno essere in grado di mettere al centro del lavoro l’uomo e la difesa dei diritti, ma solo se saremo capaci di mettere in campo ciò che abbiamo capito in questi ultimi anni, utilizzando la tecnologia nel modo migliore trasformandola in un alleato formidabile nell’umanizzazione del lavoro.