Don Tonino Bello è autore del libro “La bisaccia del pellegrino” edizioni San Paolo, un sacerdote che amava stare con la gente e i giovani.
Don Tonino nasce ad Alessano in provincia di Lecce nel 1935 è stato educatore in seminario e parroco.
La sua vita da pastore è stata sempre rivolta alla difesa dei poveri, degli immigrati. Colpito da un male incurabile muore nel 1993.
Nel libro “La bisaccia del pellegrino” sono raccolti i suoi ultimi discorsi. Tra questi è interessante il dialogo instaurato con i maturandi di un liceo della sua Diocesi.
Nel libro il discorso è intitolato “La vita giocatevela bene” nel quale don Tonino ricorda che è una sola e nel rincorrere la grandezza e avere smania di libertà si rischia di rimanere bloccati, incastrati.
Esorta i giovani a mettere la propria vita al servizio degli altri a non rincorrere obiettivi irraggiungibili.
Nel libro l’autore immagina anche un dialogo con Gesù, Maria e Giuseppe. Profonda la lettera che don Tonino lesse il 30 dicembre 1987 al convegno giovanile di Assisi.
Una lettera che parla ai giovani attraverso l’ immagine di un santo presente nel Vangelo, San Giuseppe.
Chi meglio di un uomo come l’umile artigiano può essere di esempio alla società frenetica di oggi. Un uomo che realizza con cura le proprie opere dedicando loro tempo e fatica a differenza dell’uomo moderno che produce e consuma senza capire il significato di ciò che crea o possiede.
La lettera che scrive è molto colloquiale e in un punto della lettera si rivolge a San Giuseppe dicendo “il sacrilegio più grande della nostra epoca è la distruzione del tempo e dell’amore, della fantasia, della bellezza e dell’arte”.
Un sacerdote che aveva un amore sconfinato per gli ultimi, i suoi messaggi ancora oggi sono più che attuali e le sue parole come quelle scritte nelle lettere a San Giuseppe, a Maria e a Gesù sono ancora oggi in grado di far vibrare le coscienze.
Le parole usate nei discorsi inediti raccolti in questo volume riscoprono una bellezza di una vita piena vissuta per gli altri