Le edizioni San Paolo nel libro “La profezia della povertà” ripropongono un’intervista di Gaetano Vallini, giornalista de L’Osservatore Romano a don Giovanni Nervo (Casalpusterlengo 1918 – Sarmeola 2013) primo presidente della Caritas Italiana.
Fu un sacerdote di grande umanità che ha saputo formare numerosi giovani volontari. La Caritas, nata nel 1971, voluta fortemente da Papa Paolo VI era animata dal principio che la carità non consiste tanto nel fare quanto nel dare amore.
Questo principio ha animato ogni azione ed iniziativa che hanno segnato il cammino della comunità ecclesiale sia a livello locale e nazionale e ha saputo dare vita ad opere che hanno aiutato milioni di persone.
La Caritas è un organizzazione conosciuta in tutto il mondo per il suo impegno nelle emergenze legate alle calamità e ai conflitti.
A Don Nervo fu affidato il compito di organizzarla e dirigerla fin dal 1986. Il sacerdote aveva una profonda convinzione che la carità fosse una dimensione che distingueva l’essere cristiano e che non finisce con l’erogazione di servizi assistenziali.
La carità secondo don Nervo doveva avere un valore pedagogico, da questa idea che nasce l’intera organizzazione ed è il principio su cui si base ogni impegno e sul quale fosse costituita una sede in ogni Diocesi con una struttura ben organizzata e funzionale.
Il libro è arricchito dalla prefazione di Carlo Maria Redaelli arcivescovo di Gorizia e presidente Caritas Italiana, il quale ricorda che il primo vero banco di prova di questa organizzazione fu il terremoto del Friuli del Maggio 1976 quando la Caritas promosse l’esperienza dei gemellaggi di volontari tra diocesi del nord e del sud per sostenere la popolazione. Un sistema che fu adottato da quel momento in poi dalla Caritas italiana in tutte le emergenze nazionali e internazionali.
Il libro racchiude un’intervista che mette in luce molti aspetti e intuizioni di don Nervo come l’utilizzo degli obiettori di coscienza. La Caritas firmò la convenzione con il ministero della Difesa per curare la formazione e il servizio nei propri centri.
La ricorrenza del 25° anno della sua istituzione è ricco di significato per la Chiesa ed è un momento per attuare una profonda riflessione sul passato come anche l’occasione per lanciare uno sguardo sul futuro.
L’intervista fa luce su un sacerdote che è stato uno dei più grandi protagonisti della vita ecclesiale. Un prete che lascia una grande testimonianza alla chiesa e alla società del suo impegno sempre rivolto alla giustizia, alla carità alla quale ha dedicato tutta la sua vita.