Sono trascorsi 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, edizioni San Paolo ripropone al pubblico “La storia della colonna infame” con prefazione del prof. Giuliano Vigini.
Alessandro Manzoni nasce nel 1785 da famiglia nobile e anticlericale. Trascorre la sua gioventù a Parigi, si sposa con rito protestante ma ad un certo punto matura la conversione alla fede cattolica.
Tornato in Italia, si trasferisce a Milano, comincia la sua produzione letteraria ma la sua fama è legata al romano i “Promessi Sposi” pubblicato nel 1827 e la “Storia della colonna infame” viene pubblicata in appendice al romanzo tra il 1840 e il 1842.
“La storia della colonna infame” è il racconto della violenta epidemia di peste che si abbatté sul capoluogo meneghino.
Due donne riferirono di aver visto un uomo che ungeva le mura delle case con una strana sostanza. Inizia da parte dei magistrati di allora la caccia e un processo ai cosiddetti “untori”.
Un romanzo scritto due secoli fa, ma più che mai attuale, solleva interrogativi su atteggiamenti assunti da parte della legge nel trattare chi è accusato.
Vigini nella prefazione riflette su quanto i pregiudizi, le menzogne, le false notizie, le violazioni di legge diffondano verità assolute che diventano pericolose se trovano il favore di un’opinione pubblica supina.
Una realtà che abbiamo vissuto non meno di tre anni fa con la pandemia da Covid.
Oggi, come allora, l’insorgere di un un problema porta ad un’ alleanza tra potere politico e magistratura perché entrambi spesso sono incapaci di trovare una soluzione e per difendersi dalla reazione della gente che chiede risposte immediate ecco che si crea un nemico da trasformare in caprio espiatorio.
La Storia della colonna infame è una lezione ed un monito che spinge alla ricerca della responsabilità personale e collettiva.
Un romanzo che condanna le superstizioni e quella forma di potere che emanò sentenze lontane da qualsiasi logica e buon senso colpendo gli innocenti.
A distanza di due secoli abbiamo ripetuto gli stessi errori, la pandemia come la peste descritta da Manzoni, ha generato paure e timori.
Abbiamo scordato, durante la pandemia, il piacere di un abbraccio, confinati in casa; poi la scienza e la politica sembravano aver trovato una soluzione che però ha diviso la società più che unirla.
I vaccini, le mascherine, distanziamento sociale, un modo di vivere fatto di regole non è servito a contenere il contagio e, per finire, la caccia ai no-vax, come nella Colonna infame dove si cercarono gli untori.
Il romanzo del Manzoni insegna che una epidemia passa, ma per ricostruire una società e sanare le ferite ci vorrà molto tempo.
La “Colonna infame” parla del male oscuro presente anche nella società di oggi dove il potere sfrutta antiche superstizioni per imporre scelte liberticide che sono accettate dagli individui incapaci di qualunque giudizio critico.
Il libro del Manzoni è una valida guida per riconoscere anzitempo gli intrighi del potere e consente alle persone di avere degli strumenti per discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, così come il bene dal male.
La storia della colonna infame – Edizioni San Paolo – pagg. 180, 10,00 euro