Madeleine Debrel nasce a Parigi nel 1904, la sua vita è un pellegrinaggio itinerante a causa della professione del padre ferroviere. La sua vita è stata rivolta alla costante ricerca di Dio filo conduttore della sua esistenza. E’ una donna che si pone in un assiduo ascolto della parola di Dio.
Ha la capacità di raccontare la parola di Gesù contenuta nei Vangeli con semplicità e autenticità. Testimonia la parola di Dio senza realizzare strutture imponendole alla società come cristiane o vivendo in isolamento forzato, ma semplicemente rispondendo ad una sola necessità la carità. Muore nel 1964 circondata da una stretta cerchia di amici. Nella sua vita ha svolto un attività sociale attiva operando nella periferia operaia di Parigi. E’ stata una poetessa, una saggista definita anche una mistica del quotidiano.
Edi Natali, docente di Antropologia all’Issrt Santa Caterina nel libro “Madeleine Delbrel. Fralezza e trascendenza” (editore San Paolo, 320 pagg., 25.00 euro) ricostruisce la vita e la spiritualità di una donna importante per la vita ecclesiale del XX secolo così come lo furono Simone Weil e Chiara Lubich.
L’autrice scrive che per Madeleine “andare verso l’uomo significa andare verso Dio e viceversa.” Per questo motivo la sua vita e la sua opera fanno di lei una guida, un faro che permette ai cristiani di orientarsi nella società senza imbrigliarsi in programmi precostituiti.
Secondo Madelein il cristianesimo non è possibile ridurlo a semplice morale perché è il risultato di una trasfigurazione di Cristo e nel conformarsi a lui; ma la trasfigurazione avviene cammino facendo.
E’ importante capire in quale contesto storico e culturale si svolge l’esistenza di Delbrel. Siamo nei primi cinquant’anni del ‘900 si svolgono due guerre mondiali, l’Europa vive le drammatiche vicende della Shoah e dei Gulag e si trova divisa in due blocchi Urss e Usa che porteranno alla guerra fredda e alla minaccia nucleare. A livello internazionale si ha il blocco sovietico su Berlino con la costruzione del muro, la guerra in Corea, i conflitti tra India e Cina e tra India e Pakistan, il Medio Oriente, come oggi, è colpito da conflitti come quello tra Israele e Palestina.
Nonostante le guerre si cerca di ricostruire l’economia nei paesi occidentali con l’aiuto finanziario degli Stati Uniti e si arriva ad una società dei consumi, le attività si concentrano nelle città e dalle campagne la gente emigra nei grandi centri urbani così iniziano le periferie geografiche e sociali.
La Chiesa si trova in questi anni a dover creare un nuovo approccio per relazionarsi con i fedeli, Madeleine Delbrel comincia a porsi una domanda «Non sarà che tutti i cristiani di oggi si siano lasciati intimidire dal mondo?»
Nel libro l’autrice scrive che Madeleine affermava che due sono le tentazioni alle quali i cristiani non devono cedere: la prima lasciarsi assorbire dalle esigenze del presente dimenticando la destinazione all’eternità, la seconda gli uomini di oggi puntano su un domani felice.
Era una donna che applicava il Vangelo alla vita quotidiana. Frequentava luoghi dove la fatica era tangibile così come l’emarginazione. Lì i cattolici o i preti non erano presenti perché chiusi nelle chiese. Lei aveva compreso che doveva riempire quel vuoto. Viveva la periferia, batteva le strade, si mescolava tra la gente, entrava nei caffè e nelle osterie, che non erano luoghi profani ma punti d’incontro per uomini che vivevano le miserie della loro esistenza.
Era convinta che il cristianesimo non fosse un’ideologia o una teoria sociale o morale che risolvesse i problemi dell’umanità. «Dio si sporcò le mani con la storia dell’uomo” ha udito e conosciuto la sofferenza del suo popolo ed è sceso a liberarlo, così scrive Delbrel il cristiano deve seguire le sue orme».
Era una donna che ascoltava e faceva suoi i problemi dei diseredati offrendo sostegno e consolazione, leale e rispettata anche da chi non condivideva la sua fede. Una biografia che ha descritto la spiritualità di una credente che ha colto la sfida del Vangelo e traducendolo nella quotidianità a fianco dei più deboli.