Ogni luogo ha la sua luce

Lawrence Freeman, monaco benedettino, è un viaggiatore spirituale che nel libro “Ogni luogo ha la sua luce” (edizioni San Paolo) racconta storie ed esperienze di luoghi e di persone dove si incontra Dio.

“Cosa cercate” questa è la domanda che ognuno di noi si pone nella vita. L’idea del cercare è complessa, nella società contemporanea ciò che cerchiamo sono i nostri bisogni definiti dalla pubblicità o da internet ed ogni nostro desiderio deve essere soddisfatto immediatamente.

L’autore è un viaggiatore che vive la vita monastica in modo particolare; ciò che intende come vita monacale non corrisponde all’idea che le persone hanno della vita dei monaci, persone che tendono ad isolarsi dalla realtà vivendo come esseri mistici tra le mura di un monastero.

L’identità di un monaco è quella di cercare Dio ed è così che viene percepito dalla gente. In realtà la vita monastica è una sfida continua una costante trasformazione.

Padre Jean Leclercq, studioso monastico, viaggiatore al pari di Lawrence Freeman, affermava di essere “sono un pessimo monaco, ma sono pienamente monaco”.

L’autore ha vissuto la vita monastica sotto varie forme e dall’inizio era preoccupato dalla monotonia che caratterizza la vita in un monastero, isolandosi dal mondo, che prevede una successione di tempi che si ripetono in modo inesorabile: la preghiera, il cibo, il lavoro, il sonno.

Lawrence Freeman è un monaco che ha scelto di viaggiare vivendo un monastero senza mura. Nei suoi viaggi sono emerse situazioni forti come i preti che portano speranze nelle favelas brasiliane; la storia di persone ammalate di cancro; la morte di un bambino e l’impatto sull’intera comunità.

Situazioni che rendono intensa la domanda su ciò che stiamo cercando. Tutti possiamo guardare il mondo in modo diverso in modo che ogni cosa ha la sua luce; ciò che ci può allontanare dal bisogno di soddisfare ogni nostro desiderio consumistico è la meditazione che interrompe la nostra compulsione verso uno stile di vita compulsivo e superficiale.

Forse anziché volere tutto per godersi la vita dovremmo pensare che abbiamo la vita per goderci tutto.

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