Percorsi di cristologia femminista

“Percorsi di cristologia femminista” redatto dal coordinamento Teologhe Italiane ha il compito di fare conoscere la teologia femminista. La cristologia è quella parte della teologia che tratta della persona di Cristo e dell’unione in essa delle due nature umana e divina.

Il libro è stato scritto da due teologhe Milena Mariani e Mercedes Navarro Puerto, due donne diverse la prima italiana e la seconda spagnola; già nel titolo “Percorsi di cristologia femminista” con particolare riferimento ai “Percorsi” si indica la pluralità di visioni presenti nel libro, la propensione al dialogo e alla dialettica che caratterizzano la teologia femminista.

Milena Mariani e da sempre attenta alle novità del “pensiero”, da molti spesso trascurato perchè promosso e sostenuto da donne. Mercedes Navarro Puerto da sempre basa il proprio lavoro su una intensa esegesi (interpretazione critica di un testo, in particolare divino) ed ermeneutica (interpretazione di antichi testi religiosi).

Il libro è influenzato dalla formazione che le due autrici hanno sia per il differente luogo di nascita che per la diversa preparazione teologica che ha influenzato studi e ricerche.

La differenza vera nel testo è data dalle diverse discipline teologiche di cui si occupa: Milena di teologia sistematica e storia della teologia contemporanea; Mercedes di esegesi e teologia biblica con attenzione per gli aspetti psicologici.

La seconda parte “continuità nella discontinuità” rielabora molte delle questioni esposte nella prima parte del libro, allargando gli orizzonti e cercando risposte utili non solo alla cristologia femminista grazie anche al confronto con teorie scientifiche odierne.

Lo scopo del libro è quello di portare all’attenzione dei lettori aspetti noti e meno noti della cristologia femminista e della teologia classica, grazie all’impegno ed al lavoro che da più di quarant’anni è offerto sia alla chiesa sia all’intera comunità scientifica da studiose che vogliono rinnovare i contenuti della cristologia.

Si nota una diversa prospettiva che non coincide con la tradizione teologica in quanto generata da una visione femminile della tradizione stessa sempre attenta ad evitare strumentalizzazioni sessiste.

Emergono dal testo nuovi “punti focali” che richiedono ulteriori approfondimenti, nuove aperture e sfide che non devono essere trascurate.

Appare evidente che l’intento delle autrici è quello di risvegliare l’interesse per la teologia femminista e la teologia nel suo complesso. Spetta alle lettrici ed al lettore scegliere questa strada; la ricerca può concludersi la riflessione non  può che continuare. 

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