Tutto al suo conto. Don Milani con Dio con l’uomo

Chi era don Lorenzo Milani? Don Mario Landi nel libro “Tutto al suo conto – Don Lorenzo Milani con Dio con l’uomo” edizioni San Paolo, parla e descrive l’uomo e il sacerdote.

Don Landi, prete dell’Arcidiocesi di Firenze, negli anni tra il 1964 e il 1966, fu parroco a Vicchio di Mugello poco distante dalla parrocchia di Barbiana dove Don Milani era Priore.

Oggi, Don Mario, è direttore del Convitto Ecclesiastico casa di riposo dei sacerdoti della Chiesa fiorentina.

Nel libro, da poco in uscita nelle librerie, spiega come gli scritti di don Milani sono attestazioni di fede in Dio e di fiducia nell’uomo.

Per comprendere al meglio questa figura di sacerdote non occorre ascoltare o leggere di coloro che lo hanno conosciuto, molti come afferma don Mario, lo hanno strumentalizzato soprattutto per affermare le proprie idee.

Un sacerdote che è vissuto per più di vent’anni nell’errore per non essere stato compreso.

Don Milani è una persona che sorprende per la sua franchezza, la chiarezza e per la forza dei suoi ragionamenti.

Don Mario che lo ha conosciuto anche se brevemente ricorda che la scrittura di questo sacerdote è terapeutica.

Il suo scritto più famoso è “Lettera ad una professoressa” un’opera tradotta in molte lingue, ma anche “Esperienze pastorali” che fu giudicato inopportuno dal Santo Uffizio e fatto ritirare poco dopo la sua pubblicazione, tra quelle pagine si possono trovare le linee guida della sua azione pastorale.

La scrittura di don Milani è divertente e trasmette fiducia dove regna l’incertezza, dona responsabilità dove c’è irresponsabilità e porta dalla resa all’impegno.

Don Milani è stato un sacerdote che da molti è stato ritenuto un elemento di disturbo, altri rimasero indifferenti alle sue azioni e parole. Dopo la morte è stato apprezzato in ambito sociale più che nel mondo ecclesiale.

L’autore consiglia di leggere i testi di don Milani senza pregiudizi lascaindosi avvolgere dalla sua scrittura potente. Il cristianesimo per don Milani era una forza insopprimibile, non era un sacerdote da idealizzare ma si considerava il sacerdote delle persone deboli, dei poveri di coloro che non avevano la parola.

Un sacerdote utilizzato dalle forze politiche di sinistra o di destra per avvallare le loro tesi. Per alcuni era un sovversivo, per altri un ribelle, oppure usato come bandiera per combattere le istanze di riscatto sociale.

Don Milani era semplicemente un prete che trovò se stesso nel donarsi a Dio e ai poveri.

Papa Francesco si inginocchiò sulla sua tomba per pregare e da quel gesto si sono apprezzate le qualità di un sacerdote che per anni è stato prigioniero nella rete dell’ ideologia politica; ciò che emerge dall’esperienza di vita di don Milani è una guida a cui si può attingere per superare lo smarrimento della vita quotidiana.

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